Pichler | Le donne di Fanis | Buch | 978-88-7223-359-7 | sack.de

Buch, Italienisch, Band 107, 160 Seiten, Format (B × H): 135 mm x 205 mm, Gewicht: 218 g

Reihe: Travenbooks

Pichler

Le donne di Fanis

Storie e leggende dalle Dolomiti

Buch, Italienisch, Band 107, 160 Seiten, Format (B × H): 135 mm x 205 mm, Gewicht: 218 g

Reihe: Travenbooks

ISBN: 978-88-7223-359-7
Verlag: Alphabeta


Fin dalla sua infanzia Anita Pichler era a conoscenza delle arcane storie di cui è circonfuso il leggendario regno di Fanis, che in epoca arcaica si estendeva intorno all’omonimo gruppo montuoso nelle Dolomiti, tra la Val Badia e Cortina d’Ampezzo. Si tratta di un cospicuo patrimonio di leggende e favole compreso nella secolare tradizione orale ladina, di cui tuttavia si conservano solo frammenti. A partire da questi frammenti, integrandoli e disseppellendone gli strati originari, Pichler compone un preciso quadro narrativo, offrendoci una nuova, affascinante versione dell’epopea di Fanis e del suo antico popolo, gli operosi e pacifici Fanes. Frutto di un rigoroso lavoro filologico, prende così forma un universo magico di semidivinità cosmogoniche e di esseri primigeni, di animali totemici e di riferimenti simbolici a una piena fusione tra uomo e natura. E si fa largo un’inedita interpretazione lirico-matriarcale che situa al centro del racconto tredici enigmatiche figure femminili, creature selvagge e metamorfiche appartenenti a un “tempo prima del tempo”, a un luogo mitico e primordiale in cui collocare una possibile idea dell’Inizio.
L’appendice critica di Ulrike Kindl ricostruisce l’origine delle saghe e la vicenda legata alla loro ricezione, e ci mostra i diversi volti assunti dalle donne di Fanis nel corso della trasmissione ora - le e scritta delle loro gesta, evidenziando un sostrato
linguistico e culturale nutrito di molteplici influssi e contaminazioni.
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Pichler, Anita
Anita Pichler (1948-1997), meranese, è stata una delle prime scrittrici della generazione del dopoguerra ad acquisire notorietà fuori dai confini dell’Alto Adige. Autrice sensibile e poliedrica, la sua opera – il cui influsso sulla letteratura sudtirolese è stato ed è tuttora determinante – ha saputo suscitare consensi entusiastici ma anche pungenti critiche. Laureata in Germanistica e Slavistica a Ca’ Foscari, è stata inoltre redattrice editoriale, traduttrice e lettrice universitaria. Anima inquieta, ha avuto una vita breve ed errabonda, trascorsa tra la terra natia, Trieste, Venezia, la Svizzera e Berlino, dove è stata borsista presso la Humboldt-Universität e dove ha collaborato con il drammaturgo Heiner Müller.

Anita Pichler (1948-1997), meranese, è stata una delle prime scrittrici della generazione del dopoguerra ad acquisire notorietà fuori dai confini dell’Alto Adige. Autrice sensibile e poliedrica, la sua opera – il cui influsso sulla letteratura sudtirolese è stato ed è tuttora determinante – ha saputo suscitare consensi entusiastici ma anche pungenti critiche. Laureata in Germanistica e Slavistica a Ca’ Foscari, è stata inoltre redattrice editoriale, traduttrice e lettrice universitaria. Anima inquieta, ha avuto una vita breve ed errabonda, trascorsa tra la terra natia, Trieste, Venezia, la Svizzera e Berlino, dove è stata borsista presso la Humboldt-Universität e dove ha collaborato con il drammaturgo Heiner Müller.


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