Bolelli | Si fa così | E-Book | www.sack.de
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E-Book, Italienisch, 108 Seiten

Bolelli Si fa così


1. Auflage 2013
ISBN: 978-88-6783-051-0
Verlag: ADD Editore
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

E-Book, Italienisch, 108 Seiten

ISBN: 978-88-6783-051-0
Verlag: ADD Editore
Format: EPUB
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Si fa così racconta come il solo modo per non lasciarsi sopraffare dal senso di crisi che oggi ci attanaglia è rilanciare il nostro potere inventivo e vitale (perché noi siamo sempre stati in tutta la nostra evoluzione più forti dei nostri fallimenti), è sviluppare un continuo senso di crescita in ogni situazione della nostra esistenza, è assumere il biologico, il corpo e il sesso come unità di misura per nuovi modelli comportamentali. Si fa così propone di accrescere e valorizzare il senso di noi stessi, le nostre relazioni, il nostro umore, le nostre capacità di scegliere, i nostri modelli sentimentali e mentali, il desiderio di lasciare il nostro segno sulle cose, il nostro fascino personale, la generosità, il coraggio, la spinta a migliorare, la consapevolezza del nostro posto nell'evoluzione, la gioia dei nostri muscoli, la capacità di segnare un gol in più e quella di conquistare il nostro amore per poi riconquistarlo ogni giorno.

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Definitiva superiorità del biologico


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Al contrario di quanto hanno fatto – combinando danni inenarrabili – le culture intellettuali e quelle spirituali, il biologico va sempre messo sul gradino più alto. Abbiamo tanto da guadagnarci, se il nostro rapporto con la vita diventa la principale unità di misura e il modello dei nostri sistemi di pensiero. Se non abbracciano metabolismo vitale, natura, organismo, i nostri stessi pensieri sono soltanto costruzioni cerebrali, magari sapientissime ma in qualche modo più povere, frammenti parziali se non patologici della preziosissima rete del nostro organismo. Perché un pensiero che sta a distanza dal corpo sarà anche concettualmente intelligente, ma sotto il profilo evolutivo e vitale è stupido.

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Separare codice genetico, memoria, sensi, ambiente, relazioni, cultura, sistema nervoso, linguaggio, sesso, idee, carattere, è un vero delitto contro la pienezza umana e vitale. Costruire forme di pensiero che abbracciano codice genetico, memoria, sensi, ambiente, relazioni, cultura, sistema nervoso, linguaggio, sesso, idee, carattere, è una vera missione umana e vitale.

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E allora quei sistemi di pensiero, quelle culture, quelle ideologie, quelle discipline o dottrine spirituali che sono nate mentre le migliori sostanze chimiche del nostro organismo si trovavano in uno stato di inerzia? Ecco, credo che si debbano portare in salvo tante idee, opere, materiali che quei sistemi hanno prodotto, ma che quei sistemi si debba raderli al suolo e non permettere che la loro erba cresca di nuovo. Teniamoci i pensieri, spazziamo via i sistemi di pensiero. (No, questo non è affatto relativismo: ma di questo parleremo più avanti…)

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Negare che il modo in cui siamo fatti fisicamente abbia profonda influenza sui nostri modelli di pensiero e sulla percezione del mondo è una ridicola superstizione. Sì, ovvio che l’ambiente in cui siamo cresciuti e la nostra educazione contano tanto: se basta una «cattiva compagnia» o al contrario un incontro rivelatorio o comunque l’arrivo di un punto di vista che accresce o sposta il tuo, per cambiare il nostro percorso, è fin troppo evidente che le situazioni in cui ci ritroviamo esercitano un’influenza determinante sulla formazione del nostro carattere. Ma non meno – anzi, semmai ancora di più – contano il sesso, il corpo, il sistema nervoso, il nostro stesso stato psicofisico. L’intero nostro modo di sentire e di conoscere cambia in relazione a quanto nel tempo si è venuto depositando nel nostro codice genetico e a come il nostro organismo percepisce il mondo e vive la propria relazione con esso. Il nostro corpo, credo sia la meravigliosa manifestazione microcosmica del macrocosmo naturale e vitale. (Chiaro che ci sono valori e sentimenti assoluti, che vanno al di là di ogni differenza. Ma davvero qualcuno crede che vedere e vivere il mondo da uno stato di vigore o invece di debolezza, da un’altezza piuttosto che da un’altra, da una struttura fisica e mentale femminile o maschile, non cambi nulla?!)

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«C’è forse un errore più pericoloso», il vecchio Friedrich, «che il disprezzo del corpo? Come se con quel disprezzo tutta la spiritualità non fosse condannata a diventare malaticcia.»

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È quando noi attiviamo la danza delle più energetiche sostanze chimiche e delle loro combinazioni nel nostro organismo che diamo il meglio di noi stessi. Nel suo fantasmagorico , Naomi Wolf – ci sta che gli orgasmi che l’hanno spinta a scrivere questo libro siano l’equivalente della mela di Newton e dei fringuelli di Darwin – sintetizza ed espande quelle ricerche biochimiche che raccontano proprio questo, che l’attivazione nel sesso di dopamina, oxitocina, vasopressina, espande – nel maschile ma ancora di più nel femminile, che ha terminazioni nervose molto più complesse – il senso che noi abbiamo di noi stessi, facendoci sentire non semplicemente più potenti ma più «universali», in contatto con il metabolismo stesso della vita.

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Forse si è trattato di una più che comprensibile reazione all’acritica indifferenza con cui fino agli anni Cinquanta venivano accettati tutti gli esperimenti più nocivi: ma in ogni caso, ora è tempo di smantellare quelle ideologie – tanto socialmente progressiste quanto evolutivamente reazionarie – che predicano diffidenza nei confronti della ricerca scientifica e delle biotecnologie, propugnano superstiziose levate di scudi contro gli Ogm, rigettano l’influenza del codice genetico sulle scelte e i comportamenti umani e negano le stesse, naturali differenze etniche, fisiche, sessuali, in nome di un’idea retorica di eguaglianza (senza capire – imbecilli – che ad attentare all’eguaglianza dei diritti non sono le naturali differenze genetiche ma le artificiose gerarchie costruite sulle differenze).

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Non voglio dire che ogni comportamento, idea, azione, attitudine umana abbia un’origine neurologica, biochimica, ormonale: sarebbe una semplificazione sciocca, perché alla fine qualunque orientamento è semplicemente una premessa e a fare la differenza sono le nostre scelte. Ma molto più sciocco è negare che in quello che siamo e facciamo ci sia una decisiva componente neurologica, biochimica, ormonale. Più la ricerca sul nostro personale Dna avanzerà (sta accadendo a grandi passi), più diventerà evidente che c’è una essenziale base genetica nei nostri comportamenti, scelte, attitudini, e nella nostra personalità, intelligenza, inclinazione sessuale e tutto il resto. Ecco perché un pensiero che non abbraccia queste spinte è inevitabilmente un pensiero limitato.

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Ci sono diversi modi per sollecitare nel nostro organismo le più potenti sostanze chimiche. Quelli prodotti da fattori esterni – droghe, alcool… – li lascerei perdere: ricorrere ad additivi artificiali mi è sempre sembrata un’imperdonabile mancanza di senso di sé. Poi ci sono le esperienze indotte dall’esterno – gioco d’azzardo, porno, lo stesso denaro e perfino lo shopping: ma si tratta di dipendenze compulsive, e poi perché accontentarsi di così poco? E infine ci sono quelle esperienze dove in gioco ci sei tu, il tuo corpo, la tua mente, il tuo sistema nervoso: ecco, queste.

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Ci sono menti così impegnate a cogitare un pensiero astratto lontano dal corpo da non accorgersi che gran parte della nostra attività cerebrale è dedicata a interagire con l’attività e i movimenti del corpo stesso. Menti che non si accorgono di qualcosa di tanto eclatante ed essenziale, in che modo sarebbero intelligenti?

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Per evidenziare la definitiva superiorità femminile (sì, perché c’è una evidente superiorità femminile: ce n’è anche una maschile, ma per il momento lasciamola da parte), non trovo di meglio che svelare un episodio personale. Vedo un giorno su Skype – lui è a Los Angeles – mio figlio rivolgersi alla sua Isabella – che ha quasi quattro anni – chiamandola . Lei risponde secca: «Non sono una baby, sono una ragazza: guarda, parlo come una ragazza, mi muovo come una ragazza». Poi gli si avvicina languidamente, sgrana gli occhioni e gli dice soavemente: «Ma se vuoi, puoi chiamarmi baby». Questa irresistibile combinazione di seduzione e innocenza è la risposta – biologica, non culturale – alla domanda perché ogni giorno, da millenni, migliaia di uomini cadono ai piedi di una donna. 

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Se non vogliamo che la conoscenza resti appunto pensiero astratto, pura elucubrazione sui concetti, è chiaro che deve nutrire la nostra capacità di scegliere e di prendere decisioni nella nostra intera esistenza: e chiunque sceglie e prende decisioni che funzionano, sa che si sceglie e si decide in base non a pura razionalità logica ma a una spinta energetica cui concorrono istinto e ragione, mente e corpo, insomma l’intero nostro organismo in azione.

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È quando la danza delle cellule e dei neuroni, i movimenti del corpo, le sostanze chimiche prodotte nel nostro organismo, i mille gesti quotidiani, i sentimenti e i valori, il senso di essere dove devi essere, le scelte e i comportamenti, le correnti del mutamento, il ritmo delle cose, gli scenari singolari e quelli globali, l’infinito e l’istantaneo, si trovano in corrispondenza e in armonia, che senti di essere davvero parte del progetto biologico, del metabolismo della vita, della corrente dell’evoluzione.

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Il sesso, la maternità, la crescita dei bambini, queste cose sono l’essenza stessa della vita, la nostra espressione più alta: non è allora assurdo perimetrarle nel privato e non metterle al centro dell’intera nostra esistenza, non assumerle come superiore unità di misura per i nostri valori, comportamenti, progetti, per le nostre...



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