E-Book, Italienisch, 252 Seiten
Reihe: Narrativa
Evenson Gli ultimi giorni
1. Auflage 2023
ISBN: 979-12-5480-076-8
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
E-Book, Italienisch, 252 Seiten
Reihe: Narrativa
ISBN: 979-12-5480-076-8
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
(Ames, Iowa, 1966) è scrittore, traduttore critico e docente universitario. Le sue opere gli sono valse numerosi riconoscimenti, tra cui il premio O. Henry per la narrativa breve, tre Shirley Jackson Awards e l'International Horror Guild Award. Secondo George Saunders, 'in America non c'è scrittore di narrativa più intenso, prolifico e apocalittico'.
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I
Solo più tardi si rese conto del motivo per cui lo avevano chiamato, ma a quel punto era troppo tardi perché l’informazione gli fosse utile. All’epoca, tutto ciò che i due uomini gli dissero al telefono fu che avevano visto la sua foto sul giornale, che avevano letto di come si era infiltrato e del suo cosiddetto eroismo e del fatto che, anche di fronte all’uomo con la mannaia – o “gentiluomo con la mannaia”, come scelsero di chiamarlo –, lui non si era smosso di un centimetro, non aveva spifferato nulla. Era vero, volevano sapere, che non si era smosso di un centimetro? Che aveva semplicemente guardato l’uomo alzare la mannaia e abbassarla, la mano che diventava improvvisamente una creatura a sé, moribonda?
Non si curò di rispondere. Si limitò a premere la cornetta del telefono contro il viso con la mano che gli rimaneva e a guardare il moncherino che segnava la fine dell’altro braccio. Quella lucida, appena increspata terminazione carnosa, squamata e irritata all’estremo.
“Chi parla?” domandò infine.
Gli uomini all’altro capo risero. “È la fortuna che bussa,” disse uno di loro, quello con la voce più profonda. “Vuole rimanere intrappolato dietro una scrivania per il resto della sua vita, signor Kline?”
L’altra voce, quella con la esse blesa, continuava a fare domande. Era vero, voleva sapere, che, dopo essersi tolto la cintura con la mano rimasta e averla stretta come un laccio emostatico intorno al moncherino, si era alzato, aveva acceso uno dei fornelli del piano cottura e si era cauterizzato la ferita da solo?
“Forse,” disse Kline.
“Forse cosa?” chiese Voce Bassa.
“So per certo che l’ha fatto,” disse Esse Blesa. “Era elettrico o a gas? Ritengo che l’elettrico sia meglio. Ma è pur vero che l’elettrico ci metterebbe un po’ a scaldarsi”.
“Era una piastra da cucina,” disse Kline.
“Una piastra?” disse Voce Bassa. “Buon dio, una piastra da cucina?”
“Quindi… elettrica?” chiese Esse Blesa.
“Non avevo nient’altro,” disse Kline. “C’era solo una piastra da cucina”.
“E poi, una volta cauterizzato, si è girato e gli ha sparato in un occhio,” disse Esse Blesa. “E con la mano sinistra, nientemeno”.
“Forse,” disse Kline. “Ma questo sui giornali non c’era scritto. Chi ve l’ha detto?”
“Lo so per certo,” disse Esse Blesa. “Tutto qui”.
“Insomma,” disse Kline. “Che storia è questa?”
“È la fortuna, signor Kline,” disse Voce Bassa. “Gliel’ho già detto”.
“C’è un biglietto aereo a suo nome che la attende in aeroporto”.
“Perché?” chiese Kline.
“Perché?” chiese Esse Blesa. “Perché la ammiriamo, signor Kline”.
“E vorremmo il suo aiuto”.
“Che tipo di aiuto?”
“Abbiamo bisogno di , signor Kline. Nessun altro andrà bene,” disse Voce Bassa.
“Nessuno?” disse Kline. “Perché dovrei fidarmi di voi? E chi siete esattamente?”
Esse Blesa rise.
“Signor Kline,” disse, “oramai si sarà sicuramente reso conto del fatto che non ci si può fidare di nessuno. Ma allora perché non correre il rischio?”
Non c’era motivo di andare. Non si trattava, come suggerito da Voce Bassa, di scegliere tra un lavoro d’ufficio e la loro offerta, a prescindere da quale fosse la loro offerta. La pensione che aveva ricevuto era sufficiente per vivere. Inoltre, subito dopo aver perso la mano ed essersi cauterizzato da solo la ferita, e dopo aver sparato in un occhio al cosiddetto gentiluomo con la mannaia, si era preso la libertà, come ricompensa per la perdita della mano, di tenere per sé una valigetta contenente diverse centinaia di migliaia di dollari. A suo avviso si trattava di un gesto profondamente morale, in una sorta di accezione biblica e veterotestamentaria: un occhio per una mano, e una borsa piena di soldi per arrotondare. Il fatto che l’occhio avesse dietro di sé un cranio e un cervello era del tutto accidentale.
Quindi, in breve, non c’era motivo di accettare l’invito. Meglio rimanere a casa, farsi fare una protesi realistica da applicare al moncherino o, perlomeno, indossare e imparare a usare gli uncini che gli erano stati messi a disposizione. Perfezionare la capacità di giocare una partita a golf con una sola mano. Procurarsi un cassetto pieno di protesi per ogni occasione. Comprare dei sigari. Tutte le possibilità della vita erano lì davanti a lui, si disse. La fortuna poteva bussare quanto voleva.
E inoltre, faceva fatica ad alzarsi dal letto. Non che fosse depresso, ma gli risultava difficile mettersi in piedi specialmente quando si ricordava che come prima cosa avrebbe dovuto provare a lavarsi i denti con la sinistra.
Così, invece, passava sempre più tempo a strofinarsi l’estremità del moncherino, o semplicemente a fissarlo. Gli sembrava, la fine del moncherino, al contempo parte di sé e per nulla parte di sé, incantevole. A volte provava l’istinto di afferrare le cose con la mano mancante. Spesso e volentieri non riusciva nemmeno a indossare gli uncini. E se nemmeno riusciva a sforzarsi di allacciare gli uncini, come si poteva pretendere che uscisse di casa? E se non usciva di casa, come ci si poteva aspettare che andasse all’aeroporto, per non parlare di recuperare il biglietto, e addirittura che si imbarcasse su un aereo?
, disse al suo moncherino.
Una settimana dopo la prima telefonata, chiamarono di nuovo.
“L’ha perso,” disse Esse Blesa. “Ha perso il volo”.
“C’entra la fobia?” chiese Voce Bassa. “Ha la fobia di volare?”
“Come puoi dirgli una cosa del genere?” chiese l’altro a Voce Bassa. “Un uomo che si cauterizza un moncherino da solo non lascerà mica che una cosetta del genere gli dia pensiero, o no?”
“Insomma, ha perso il volo,” disse Voce Bassa. “Non avrà calcolato bene i tempi. Forse è stato trattenuto ai controlli di sicurezza”.
“Sì,” disse Esse Blesa. “È andata sicuramente così”.
Entrambi tacquero. Kline teneva il ricevitore premuto contro l’orecchio.
“Allora?” chiese Esse Blesa.
“Allora cosa?” chiese Kline.
“Che è successo?” chiese Esse Blesa.
“Non sono partito”.
“Non è partito,” disse Voce Bassa.
“Questo lo sappiamo,” disse Esse Blesa. “Lo sappiamo che non è partito, altrimenti sarebbe qui. Se lei fosse andato non le avremmo mica telefonato lì”.
“No,” disse Kline.
Tutto taceva di nuovo. Kline rimase in ascolto, fissando la finestra velata.
“Allora?” disse Voce Bassa.
“Allora cosa?”
“Maledizione,” disse Esse Blesa. “Dobbiamo proprio ripeterlo?”
“Sentite,” disse Kline. “Non so nemmeno chi siete”.
“Le abbiamo già detto chi siamo,” disse Esse Blesa.
“Siamo la fortuna,” disse Voce Bassa. “E stiamo bussando”.
“Riattacco,” disse Kline.
“Sta riattaccando,” disse Voce Bassa, il suo tono sembrava spossato ed esausto.
“Aspetti!” disse Esse Blesa. “No!”
“Niente di personale,” disse Kline. “È solo che non sono il vostro uomo”.
Quasi subito dopo aver riattaccato, il telefono ricominciò a squillare. Lo lasciò squillare. Si alzò e fece il giro dell’appartamento, da una stanza all’altra. Quattro in tutto, se il bagno contava come stanza. In ognuna di esse sentiva chiaramente il telefono. Squillava ancora.
Alla fine sollevò il ricevitore. “Che c’è?” disse.
“Ma lei è il nostro uomo,” disse Esse Blesa con voce disperata. “Noi siamo proprio come lei”.
“C’è il biglietto—” disse Voce Bassa.
“Nessun biglietto,” disse Kline. “Nessuna fortuna. Non sono il vostro uomo”.
“Pensa forse che siamo conoscenti dell’uomo con la scure?” chiese Esse Blesa.
“Mannaia,” disse Voce Bassa.
“Non siamo conoscenti dell’uomo con la scure,” disse Esse Blesa. “Siamo proprio come lei”.
“E come sono io, esattamente?” disse Kline.
“Venga a scoprirlo,” disse Voce Bassa. “Perché non viene a scoprirlo con i suoi occhi?”
“Se avessimo voluto ucciderla,” disse Esse Blesa, “a quest’ora sarebbe già morto”. Era strano, pensò Kline, essere minacciato da un uomo con la esse blesa.
“La prego, signor Kline,” disse Voce Bassa.
“Non vogliamo ucciderla,” disse Esse Blesa. “Tant’è che lei è ancora vivo”.
“Non è nemmeno...