Lobato | Netflix Nations | E-Book | www.sack.de
E-Book

E-Book, Italienisch, 278 Seiten

Lobato Netflix Nations

Geografia della distribuzione digitale
1. Auflage 2020
ISBN: 978-88-3389-171-2
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Geografia della distribuzione digitale

E-Book, Italienisch, 278 Seiten

ISBN: 978-88-3389-171-2
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



Sotto il racconto superficiale della vittoriosa conquista del mondo intero da parte di Netflix, Amazon e degli altri operatori di piattaforme on demand, si consumano in realtà tensioni profonde. Lo scenario digitale è infatti attraversato dallo scontro sotterraneo tra le potenzialità distributive globali di internet e la natura regionale e nazionale dell'industria dei media, della sua regolamentazione, del pubblico e dei suoi gusti. Da una parte, è innegabile, i servizi in streaming e online hanno trasformato profondamente la cultura televisiva e audiovisiva globale. I contenuti si diffondono sulle linee telefoniche, su cavi in fibra ottica, su reti wireless, approdano su schermi grandi e piccoli, su svariate app e su media player di ogni tipo, grazie al lavoro di gigantesche corporation globali. Dall'altra, però, non vanno trascurati i molti segnali che sottolineano come mercati, confini e vincoli siano ancora lì: il geoblocking impedisce la visione fuori regione, i cataloghi si ampliano e restringono a seconda dei paesi, i prezzi si convertono nelle valute locali, i sottotitoli o il doppiaggio non sono sempre disponibili in ogni lingua. Questo libro offre uno sguardo completo sulle geografie reali della distribuzione mediale, esplorandone frizioni e fallimenti. Combinando una forte attenzione agli aspetti industriali con la teoria culturale e lo sguardo storico, ricostruisce il modo in cui le piattaforme interagiscono con pubblici, istituzioni e competitor ancora in buona parte nazionali. Netflix è un fenomeno americano, certo, ma anche globale. Ed è utile capire come cambia dall'Argentina all'Australia, passando per l'Europa.

Lobato Netflix Nations jetzt bestellen!

Weitere Infos & Material



INTRODUZIONE


Ogni anno, a gennaio, migliaia di dirigenti del settore tecnologico, smanettoni e giornalisti compiono il loro pellegrinaggio annuale a Las Vegas per il Consumer Electronics Show (CES). Questa imponente fiera di settore della durata di quattro giorni, una delle più grandi al mondo, è l’occasione in cui i principali brand come Samsung e Sony esibiscono le loro ultime smart tv, tecnologie indossabili e altri gadget. Nel 2016, il CES ha attratto più di 170.000 visitatori, tra cui rappresentanti di oltre tremila società tech. Uno degli relatori più importanti è stato Reed Hastings, amministratore delegato e cofondatore di Netflix.

Hastings – raggiunto sul palco dal chief content officer Ted Sarandos e da una serie di star di Netflix – ha snocciolato la tiritera promozionale sugli ultimi miglioramenti apportati alla user experience e sulla sua nuova proposta di programmi originali, proiettando clip di e . Al termine dei 48 minuti di showcase, Hastings ha fatto un annuncio a sorpresa: Netflix, da tempo noto per la disomogeneità del servizio da un paese all’altro, era diventato un servizio televisivo globale, senza blocchi e accessibile (quasi) ovunque. «Oggi», ha dichiarato Hastings, «sono lieto di annunciare che mentre ci troviamo qui al CES, su questo palco, abbiamo attivato Netflix in Azerbaijan, in Vietnam, in India, in Nigeria, in Polonia, in Russia, in Arabia Saudita, a Singapore, nella Corea del Sud, in Turchia, in Indonesia e in centotrenta nuovi paesi [...] Oggi, proprio adesso, state assistendo alla nascita di un network televisivo globale».1 Leggendo dal suo gobbo, su uno sfondo di planisferi e bandiere nazionali, Hastings è passato poi a descrivere il modo in cui questo «evento incredibile» avrebbe reso possibile l’esperienza di Netflix anche negli angoli più remoti del globo, cioè ovunque all’infuori della Cina («dove speriamo di arrivare in futuro»), della Corea del Nord, della Siria e della Crimea (negli ultimi tre paesi Netflix non poteva operare a causa delle sanzioni commerciali imposte dagli Usa). «Che vi troviate a Sydney o a San Pietroburgo, a Singapore o a Seul, a Santiago o a Saskatoon, ora potete far parte della rivoluzione della internet tv», ha promesso. «Basta aspettare. Basta guardare un palinsesto che non è il vostro. Basta frustrazione. Soltanto Netflix».

Questo annuncio ha segnato un momento di svolta per Netflix. Da quando l’azienda ha inaugurato il servizio di streaming per i suoi clienti statunitensi, nel 2007, si sono scatenate congetture su quando avrebbe offerto lo stesso servizio agli abbonati al di fuori degli Stati Uniti. Le voci sono state confermate quando Netflix è partita con il suo lancio internazionale, dapprima in Canada nel 2010, poi in America del Sud nel 2011, in alcune parti dell’Europa nel 2012 e nel 2013, e in Australia, Nuova Zelanda e Giappone nel 2015. In questo periodo, Netflix si è evoluta da servizio nazionale (che forniva contenuti audiovisivi americani a audience americane) in un business globale con ambizioni più grandi. Il culmine di questo processo è stato annunciato al CES: Netflix era diventata un’azienda mediale globale, disponibile pressoché ovunque, con un potenziale punto d’appoggio in quasi tutti i principali mercati nazionali.

Gran parte del mondo ha accolto Netflix, e serie come e hanno raccolto un seguito di culto in molti paesi. Tuttavia, la metamorfosi di Netflix in un media provider globale non è stata priva di intoppi. Poco dopo l’annuncio di Hastings, in una serie di paesi i quotidiani hanno cominciato a riferire di reazioni infuriate nei confronti del lancio globale di Netflix. In Kenya, il presidente del Film Classification Board ha minacciato di bloccare Netflix per via del suo «erotismo scandalosamente esplicito», sostenendo che «non possiamo permetterci di essere destinatari passivi di contenuti stranieri che potrebbero corrompere i valori morali dei nostri figli e compromettere la nostra sicurezza nazionale».2 In Indonesia, l’accesso a Netflix è stato bloccato dall’azienda di telecomunicazioni di stato Telkom Indonesia a causa di un «problema di permessi» e della «mancanza di filtri» dei suoi contenuti.3 In Europa, dove c’è una lunga tradizione di politiche culturali pensate per tenere Hollywood sotto controllo, i legislatori hanno decretato una quota minima di contenuti europei per le piattaforme di streaming straniere. Nel frattempo, gli australiani temevano che l’arrivo di Netflix avrebbe «mandato in tilt» internet una volta che gli spettatori dello streaming avessero monopolizzato la banda della traballante infrastruttura della rete nazionale.

Storie come queste ci danno un’idea dei modi diversi in cui i paesi hanno reagito all’ingresso di Netflix nei propri mercati mediali. Inoltre mostrano come l’ascesa di Netflix ha ravvivato alcune tensioni radicate nella politica dei media internazionali. Queste tensioni derivano da visioni divergenti da parte degli organismi regolatori, delle aziende mediali e del pubblico sulla natura dei prodotti audiovisivi e delle loro modalità di distribuzione più adatte. Inoltre sono accompagnate da un disaccordo su i servizi video dovrebbero operare, a territori e mercati dovrebbero poter accedere, e alle regole dovrebbero obbedire.

Questo libro prende il lancio internazionale di Netflix come punto di partenza per un’indagine più ampia sulla geografia globale della distribuzione della televisione online. Con geografia intendo gli schemi e la logica spaziali che determinano dove e come circola, nonché dove e come circola, la televisione via internet. Il libro è organizzato intorno a due interrogativi centrali: in che modo i servizi di streaming stanno cambiando la dinamica spaziale della distribuzione televisiva globale, e di quali teorie e concetti hanno bisogno gli studiosi per comprendere questi cambiamenti? Nel rispondere a queste domande – una descrittiva e l’altra speculativa – il libro si sposterà attraverso diversi sottocampi della ricerca sui media e le comunicazioni, tra cui gli studi sulla televisione globale, i media industry studies e la geografia dei media. Lungo il percorso, ci immergeremo anche nella storia dei primi sistemi di distribuzione televisiva transnazionale (soprattutto il satellite) e prenderemo in considerazione gli interrogativi analoghi che anch’essi hanno sollevato in passato.

Comprendere la televisione online


L’ascesa di quella che Amanda Lotz nel suo libro 4 descrive come «televisione via internet» – contenuti prodotti a livello professionale diffusi e consumati attraverso siti web, servizi online, piattaforme e app anziché sistemi terrestri, via cavo o via satellite – è un’eccellente opportunità per mettere insieme due filoni dei television studies in passato scollegati. Il primo è il ricco corpus di letteratura sulla televisione globale e transnazionale, incentrata sui legami (e sulle differenze inconciliabili) tra istituzioni, pratiche, forme testuali e culture della visione nel mondo.5 Il secondo è la letteratura sulle trasformazioni digitali della televisione, che esplora la storia recente delle tecnologie televisive e la loro contaminazione reciproca con altre tecnologie dei media e di internet.6 L’arrivo della televisione online richiede un ripensamento del legame potenziale tra questi due campi e le categorie che ne sono alla base: spazio e tecnologia.

Il punto non è solo che il futuro della televisione appare diverso in luoghi diversi,7 anche se questo è senza dubbio vero. Piuttosto, la distribuzione via internet dei contenuti televisivi cambia la logica fondamentale attraverso cui viaggia la televisione, introducendo nuove mobilità e immobilità nel sistema, aggiungendo un altro strato al palinsesto esistente della distribuzione broadcast, via cavo e satellitare. La televisione online non sostituisce direttamente la televisione classica (); aggiunge invece una nuova complessità alla geografia della distribuzione esistente.

L’arrivo di servizi televisivi maturi distribuiti su internet come Netflix è significativo per i dibattiti sui media globali. Finché negli anni Ottanta non emersero i sistemi via satellite per la trasmissione in diretta, i segnali televisivi erano perlopiù ristretti all’interno dei confini nazionali.8 Anche se i programmi venivano scambiati a livello internazionale, la distribuzione televisiva non possedeva ancora una dimensione fortemente transnazionale. Pensiamo al classico aneddoto raccontato da Raymond Williams in :9 era seduto in una camera d’albergo a Miami a guardare per la prima volta la televisione broadcast americana, con il suo «flusso» () insolito e disorientante. Anche se Williams conosceva la televisione americana come medium d’importazione, la sua effettiva distribuzione broadcast era una cosa di cui poteva far esperienza soltanto andando negli Stati Uniti.

Possiamo solo immaginare cosa penserebbe Williams del paesaggio televisivo odierno, con la sua serie vertiginosa di piattaforme e contenuti on demand. Oggi non occorre più andare all’estero per accedere alla televisione internazionale, dato che gran parte dei programmi è facilmente accessibile online (in determinate circostanze e con molti buchi e restrizioni, che esamineremo in seguito). Analogamente, la circolazione dei contenuti non è più determinata dalla portata del segnale terrestre e satellitare. L’avvento dei servizi...



Ihre Fragen, Wünsche oder Anmerkungen
Vorname*
Nachname*
Ihre E-Mail-Adresse*
Kundennr.
Ihre Nachricht*
Lediglich mit * gekennzeichnete Felder sind Pflichtfelder.
Wenn Sie die im Kontaktformular eingegebenen Daten durch Klick auf den nachfolgenden Button übersenden, erklären Sie sich damit einverstanden, dass wir Ihr Angaben für die Beantwortung Ihrer Anfrage verwenden. Selbstverständlich werden Ihre Daten vertraulich behandelt und nicht an Dritte weitergegeben. Sie können der Verwendung Ihrer Daten jederzeit widersprechen. Das Datenhandling bei Sack Fachmedien erklären wir Ihnen in unserer Datenschutzerklärung.