E-Book, Italienisch, 345 Seiten
Reihe: Indi
Davis Cinquant'anni di lotte
1. Auflage 2024
ISBN: 978-88-3389-587-1
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Interviste
E-Book, Italienisch, 345 Seiten
Reihe: Indi
ISBN: 978-88-3389-587-1
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Da quando, nel 1970, fu inserita dall'fbi nella lista delle dieci persone più ricercate dagli Stati Uniti, per poi finire assolta da tutte le accuse che le venivano rivolte nel corso di uno storico processo, Angela Davis è diventata una delle figure più iconiche del ventesimo secolo. Sempre pronta a schierarsi pubblicamente dalla parte degli sfruttati e degli oppressi, ha scritto nel corso degli anni decine di saggi dedicati all'intersezione tra razza, classe sociale e genere, alla liberazione dei Neri, in America e non solo, e al sistema carcerario degli Stati Uniti. Cinquant'anni di lotte raccoglie le interviste più significative rilasciate da Angela Davis nel corso della sua vita, dando conto della sua intensa e incessante attività di docente, studiosa e attivista, contrassegnata da un impegno inflessibile e da un'incrollabile lucidità.
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INTRODUZIONE
Angela Davis ha profondamente influenzato il discorso pubblico sulla giustizia sociale in relazione ai temi di razza, genere e classe, sia a livello nazionale sia internazionale. Lo ha fatto in passato, attraverso gli scritti e la partecipazione a organizzazioni politiche tra cui il Partito Comunista e il Comitato studentesco per il coordinamento non-violento (SNCC); e lo fa ancora oggi, sia grazie alla collaborazione con Critical Resistance – associazione che si batte per l’abolizione delle carceri – sia grazie al suo ruolo di co-fondatrice onoraria della Women’s March, avvenuta nel 2017 a Washington. La sua carriera accademica all’Università della California – che nel 2008 l’ha nominata professoressa emerita – e all’Università statale di San Francisco rappresenta un esempio della dedizione con cui Davis educa e sensibilizza le persone, arricchendo la loro consapevolezza sulle questioni sociali, politiche, culturali ed economiche legate alla giustizia. Dopo essersi laureata in Letteratura francese alla Brandeis University nel 1965, aver preso una laurea specialistica in Filosofia a San Diego nel 1968 e infine aver conseguito un dottorato di ricerca in Germania, alla Humboldt, oggi Davis è una ricercatrice e accademica estremamente autorevole; durante i suoi viaggi negli Stati Uniti e all’estero, dove tiene discorsi nei college, nelle università, alle conferenze e non solo, condivide con ogni generazione la sua ampia conoscenza in materia di diritti umani, diritti degli animali e crisi ambientale, guardando al passato, al presente e al futuro. È un’autrice prolifica. Le sue opere includono (1974), (1981/1983), ( (1989), (1998) e (2003).1 Ha lavorato al volume insieme a Neferti X.M. Tadiar (2005), e ha curato la raccolta (1971). A dimostrazione della sua persistente rilevanza e del riconoscimento di cui continua a godere in quanto studiosa, accademica e attivista, l’Università di Harvard ha recentemente acquisito oltre 150 scatole di materiali d’archivio che la riguardano e che saranno conservati alla Schlesinger Library; il 28 e 29 ottobre 2019 l’ateneo ha ospitato una conferenza dal titolo «Impegno radicale: la vita e l’eredità di Angela Davis»; inoltre, sempre nel 2019, Davis è stata inclusa nella National Women’s Hall of Fame. Nel 2018, l’Istituto per i diritti civili di Birmingham le ha conferito il premio intitolato a Fred L. Shuttlesworth; la revoca del premio da parte dello stesso Istituto «a causa del lungo sostegno [di Da vis] in favore della Palestina, al fianco del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS)», ha causato una controversia a seguito della quale, nel 2019, il riconoscimento è stato reintegrato. Reintegra avvenuta a seguito delle «dimissioni di diversi membri del consiglio» dell’Istituto per i diritti civili di Birmingham, così come delle repliche e delle reazioni sollevate dai più critici. Nell’aprile del 2019, Angela Davis ha partecipato ad alcuni eventi organizzati a Birmingham, tra cui «Potere al popolo: forum di attivismo e giustizia» e «Una conversazione con Angela Davis». È dell’agosto dello stesso anno l’annuncio che «la dottoressa Angela Davis ha accettato di ricevere dall’Istituto per i diritti civili di Birmingham il Fred L. Shuttlesworth Award del 2019». Il premio le è stato conferito durante un evento in streaming nel 2020. Secondo Erica Wright, «durante la cerimonia, che si è tenuta in occasione del Juneteenth, Davis è stata premiata con un riconoscimento che onora alcuni individui straordinari per i loro significativi contributi ai diritti umani e civili».
Nonostante alcune interviste rilasciate da Davis siano già apparse in altri ragguardevoli volumi, quelle contenute in questa raccolta si differenziano per la profondità, l’ampiezza, la portata e la quantità. Per esempio, (1998), a cura di Joy James, contiene due interviste del 1994 e del 1995; (2005) ne contiene quattro; à è (2016),2 a cura di Frank Barat, include tre interviste del 2014; infine, , (1998), a cura di George Yancy, ne riporta una. Le interviste raccolte in , che coprono il periodo tra il 1972 e il 2016, sono tratte sia da pubblicazioni destinate al grande pubblico sia da riviste accademiche, altamente specializzate e soggette a e testimoniano l’impegno con cui Davis si è dedicata, nel corso di interi decenni, al suo ruolo di scrittrice, filosofa e attivista per la giustizia sociale, osservando in particolare le trasformazioni della società, dell’economia, della politica e della cultura a livello nazionale e globale. Pertanto, il lettore è in grado di tracciare la crescita, lo sviluppo e l’evoluzione del pensiero intellettuale e dell’attivismo politico di Davis lungo un periodo molto esteso, se confrontato con altre raccolte di interviste pubblicate in precedenza.
Tra le prime interviste ad Angela Davis di portata nazionale e internazionale ci sono quelle rilasciate nel 1972, mentre si trovava in carcere. Poiché apparvero in pubblicazioni come , queste conversazioni furono per lei uno strumento utile a plasmare, incorniciare, controllare e inquadrare la sua prigionia dal punto di vista sociale, storico e culturale, in modo da ottenere il sostegno necessario alla sua difesa. è un periodico accademico e soggetto a , i cui lettori di riferimento sono laureati o in procinto di laurearsi, studiosi e professori interessati ai e/o agli . Un pubblico, insomma, con credenziali accademiche uguali o simili a quelle di Angela Davis, composto da persone che in termini di formazione si sarebbero certamente dimostrate sue pari, considerato lo status di cui già allora godeva in quanto ex professoressa dell’UCLA e attivista per i diritti civili. In «Una conversazione con Angela», pubblicata appunto su (marzo-aprile 1972), il reverendo Cecil Williams intervista Davis nel carcere di Santa Clara, prima del rilascio su cauzione e del proscioglimento dalle accuse. L’intervista ha luogo ai tempi del movimento «Libertà per Angela Davis», una campagna internazionale per raccogliere i fondi necessari a sostenere le sue spese legali e per portare alla luce le traver sie dei prigionieri politici. Le domande e le risposte sottolineano il punto di vista di Davis su temi come l’attivismo per i diritti civili, l’iscrizione al Partito Comunista e l’incarcerazione che ne seguì. L’intervista è significativa perché rivela l’atteggiamento e il pensiero di Davis nei confronti di argomenti come le Pantere Nere, i fratelli di Soledad, il comunismo, il movimento per la sua liberazione, le questioni di genere e il rapporto tra le carceri e la cultura degli Stati Uniti; ma ha anche una rilevanza storica, perché illustra le sue idee precedenti al rilascio, formate durante la detenzione. Angela Davis ne esce umanizzata, un individuo complesso e sfaccettato, nelle cui avversità risuonano quelle di tutti coloro che si trovano in carcere per ragioni almeno in parte politiche e per aver opposto resistenza alla repressione.
Negli anni Settanta, dopo essere stata assolta, Davis continuò la lotta a favore della giustizia sociale, con attenzione agli aspetti penali. Nell’intervista condotta da Mike Hannigan e Tony Platt, apparsa nel 1975 sul numero estivo di , Davis parla dell’Alleanza nazionale contro il razzismo e la repressione politica e dell’impegno dell’organizzazione in ambiti legati alla razza, al genere e/o all’eguaglianza di classe. La conversazione comincia con alcune informazioni sull’Alleanza, tra cui la sua fondazione nel 1973, l’incarico di copresidente affidato a Davis e il ruolo delle coalizioni interrazziali e interetniche. L’intervista riflette la fiducia di Davis nei confronti delle unioni tra attivisti con origini e prospettive diverse, oltre alla sua costante inquietudine riguardo al rapporto tra il governo e quelle che lei considera pratiche e attività oppressive. Pubblicata su una rivista sottoposta a e indirizzata a una platea di studenti e professori interessati ai diritti civili, la conversazione dimostra l’impatto che ha avuto la detenzione sulla formazione delle idee di Angela Davis in materia di giustizia sociale e, appunto, di diritti civili.
Davis tentò la carriera politica nel 1980 e nel 1984, quando fu candidata alla vicepresidenza con il Partito Comunista. Nel corso degli anni Ottanta continuò a prendere parte a campagne di attivismo sociale, politico e/o economico, come racconta a Kum-Kum Bhavnani in «Complessità, attivismo, ottimismo. Intervista ad Angela Y. Davis», pubblicata nel 1989 sulla , rivista scientifica rivolta principalmente a studenti, studiosi e accademici interessati ai e sessualità. L’intervista esplora anche il rapporto di Davis con il comunismo, dal...




