Fofi | Ciò che era giusto | E-Book | sack.de
E-Book

E-Book, Italienisch, 240 Seiten

Fofi Ciò che era giusto

Eredità e memoria di Alexander Langer
1. Auflage 2025
ISBN: 978-88-7223-448-8
Verlag: Alphabeta
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Eredità e memoria di Alexander Langer

E-Book, Italienisch, 240 Seiten

ISBN: 978-88-7223-448-8
Verlag: Alphabeta
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



«Non siate tristi. Continuate in ciò che era giusto»: con queste parole si congedava dalla vita Alexander Langer (1946-1995), chiudendo, simbolicamente, un'epoca di lotte e speranze, di 'buona politica'. A distanza di trent'anni, in un mondo scosso da conflitti armati e nuovi etnonazionalismi, e in un modello di sviluppo economico e sociale sempre più fondato sullo sfruttamento indiscriminato di risorse naturali e umane, la sua eredità spirituale rimane una sorgente di idee e di pratiche per immaginare e costruire un futuro differente. Goffredo Fofi, vecchio amico e sodale di Langer, ne ripercorre la vicenda politica e umana, tra utopie e contraddizioni, generosi sforzi e fragilità nascoste. Fin quasi a tracciare il ritratto di una generazione 'sconfitta', ma non 'perduta'. A completare il volume, un'ampia introduzione storico-biografica, una selezione di testi (alcuni inediti) di Langer e un ricordo di Gad Lerner e Peter Kammerer, che ad Alex furono intensamente legati.

Goffredo Fofi (Gubbio, 1937), saggista, giornalista e critico cinematografico, letterario e teatrale, è uno degli intellettuali più 'eretici' e autorevoli nel panorama nazionale, nonché acuta voce del dissenso e della disobbedienza civile. È stato animatore di riviste storiche quali 'Quaderni piacentini', 'Ombre rosse', 'Linea d'ombra', 'La Terra vista dalla Luna' e 'Lo Straniero'. Tra le iniziative più recenti, è tra i fondatori e coordinatori delle Edizioni dell'Asino e del periodico 'Gli asini'. Consulente editoriale, scrive tuttora per diverse testate, proseguendo la sua instancabile attività di osservatore politico e promotore culturale. Tra le sue innumerevoli pubblicazioni saggistiche ricordiamo le più recenti: Il cinema del no (Eleuthera, 2024); Quante storie. Il 'sociale' dall'Unità a oggi (Altraeconomia, 2024) e Breve storia del cinema militante (Eleuthera, 2023).
Fofi Ciò che era giusto jetzt bestellen!

Weitere Infos & Material


Agire nella Storia
Profilo biografico di Alexander Langer
Clara Bassan


Clara Bassan (Vicenza, 1993) si è laureata in Storia all’Università degli Studi di Padova e in Storia transnazionale presso l’Università di Ginevra. Nel 2024 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Torino. La sua tesi di dottorato si è concentrata sulla figura di Alexander Langer e la sua attività da europarlamentare (Alexander Langer in Europa. L’azione politica al Parlamento europeo tra movimenti e istituzioni). Tra i suoi ulteriori scritti su Langer ricordiamo Riequilibrare i rapporti globali Nord-Sud: Alexander Langer e la teorizzazione del debito ecologico, in “Diacronie. Studi di Storia Contemporanea”, 52, 4/2022, pp. 157-181.

Con questo contributo si intende ripercorrere le tappe fondamentali che hanno segnato la vita e la formazione culturale e politica di Alexander Langer: insegnante, giornalista, traduttore, consigliere provinciale in Alto Adige/Südtirol e parlamentare europeo durante la iii e parte della iv legislatura.

Langer è stato un politico e militante ecologista e nonviolento, tra i più importanti esponenti del movimento verde europeo. Il suo impegno politico e civile si è rivolto verso la costruzione della pace e della convivenza tra i popoli nonché la riconciliazione con la natura, unite all’urgenza di attuare una conversione ecologica della società dei consumi intesa come cambiamento prima di tutto culturale. La ricerca dell’incontro e del dialogo, l’incessante lavoro di costruzione di ponti tra culture, persone ed esperienze diverse si sono accompagnati all’elaborazione di un progetto politico e ad una conseguente azione ecopacifista globale e di stampo federalista a livello europeo.

Da un punto di vista storiografico sono numerosi gli studi che hanno approfondito la sua vicenda politica e umana, focalizzandosi talvolta su aspetti specifici di un impegno originale e ricchissimo.1 Tuttavia, pur essendo i suoi scritti più importanti pubblicati in diverse raccolte e lingue,2 Alexander Langer resta una figura, per alcuni aspetti, ancora poco conosciuta, soprattutto alle nuove generazioni.

Ripercorrere i passaggi più significativi della sua vita, identificando gli influssi culturali cui fu più sensibile e le esperienze, persone e gruppi con i quali entrò in contatto, permette di mettere a fuoco uno stile politico particolare, ma anche un «modo di stare al mondo», come ha spiegato Giorgio Mezzalira nella prefazione al presente volume, una volontà di agire nella Storia tenendo sempre unite la riflessione e l’azione concreta.

Laboratorio Sudtirolo

Alexander Langer nacque a Vipiteno/Sterzing il 22 febbraio 1946, figlio di un medico viennese di origine ebraica, Arthur Langer (1900-1974), che si era trasferito a Bolzano nel 1914, e di Elisabeth Kofler (1909-1983), sudtirolese di Sterzing, di professione farmacista nonché prima donna laureata in Chimica in Italia. Con la promulgazione delle leggi razziali del 1938 il padre fu costretto a lasciare Vipiteno per sfuggire alle persecuzioni. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e in seguito all’occupazione tedesca della regione – a quel punto integrata nella Zona d’Operazioni delle Prealpi – Arthur fuggì a Firenze, poi a Milano, quindi in Svizzera, ristabilendosi in Sudtirolo dopo la fine della Seconda guerra mondiale.3 Con la firma dell’accordo De Gasperi-Gruber del settembre 1946 nell’ambito della Conferenza di Pace di Parigi, in cambio di una più ampia autonomia per i sudtirolesi vennero ripristinati i confini del territorio del Tirolo stabiliti con il Trattato di Saint-Germain-en-Laye del 1919.4 Quest’ultimo aveva assegnato la parte meridionale della regione al Regno d’Italia, rendendo la popolazione locale di lingua tedesca, assieme alla già presente comunità di lingua ladina, una minoranza nel contesto nazionale italiano.

Primo di tre fratelli, Alexander crebbe in un ambiente familiare culturalmente aperto e tollerante in un momento storico e in un clima caratterizzati da forti tensioni tra i gruppi etnici del territorio. In famiglia si parlava tedesco, ma ebbe fin da bambino una formazione improntata al bilinguismo. Frequentò, a Vipiteno, la scuola materna in lingua italiana e le scuole elementari in lingua tedesca; a Bolzano le scuole medie e il liceo, sempre tedeschi, presso l’Istituto dei Padri francescani. Con il trasferimento nel capoluogo di provincia, dove la maggioranza degli abitanti era italofona, si rese conto per la prima volta, con tutte le conseguenze del caso, di essere componente di una minoranza.5

Negli anni del liceo Langer entrò a far parte della Congregazione mariana, di cui divenne successivamente “prefetto”. Pronto a riformare l’organizzazione per renderne più efficaci le opere di carità e gli interventi in aiuto degli studenti in difficoltà, dimostrò fin da giovanissimo una propensione all’attivismo sociale e un forte sentimento cristiano. Profondamente credente per tutta la sua vita, si avvicinò alla fede cattolica in maniera autonoma e senza condizionamenti familiari: quello cristiano, spiegò successivamente, fu il primo ideale universale che lo convinse e lo coinvolse.6

Nel 1961 Langer decise di creare, assieme ad altri studenti, un ciclostilato della Congregazione intitolato Offenes Wort, “parola aperta”. Il periodico, in lingua tedesca, poneva l’attenzione soprattutto sui cambiamenti in atto nella Chiesa cattolica nel periodo del Concilio Vaticano II (1962-1965).7 Quel momento di apertura e speranza, come spiegò Langer nella sua breve autobiografia intitolata Minima personalia e pubblicata nel 1986 sulla rivista “Belfagor”, lo portò a impegnarsi in senso ecumenico: «Per il superamento della concorrenza tra associazioni cattoliche; per un dialogo e conoscenza reciproca con i (pochi) protestanti di Bolzano; per momenti comuni tra cattolici italiani e tedeschi».8

In quel periodo in Alto Adige/Südtirol il rapporto tra i gruppi linguistici, come detto, si faceva sempre più teso: nella seconda metà degli anni cinquanta era iniziata la stagione del terrorismo di stampo separatista.9 All’inizio degli anni sessanta si aprirono le lunghe negoziazioni che avrebbero prodotto le misure del “Pacchetto per l’Alto Adige”, al fine di stabilire una nuova regolamentazione dei rapporti tra la Provincia e lo Stato italiano, e l’entrata in vigore, nel 1972, del nuovo Statuto di autonomia. La sua piena attuazione sarebbe stata certificata, vent’anni più tardi, dalla Quietanza liberatoria rilasciata dall’Austria all’Italia, che sanciva la chiusura ufficiale della vertenza tra i due Paesi intorno alla questione sudtirolese.

A metà degli anni sessanta il giovane Langer cominciò a capire che sperimentare l’incontro e la convivenza in una dimensione ridotta poteva essere una modalità per costruire dal basso un tessuto interetnico nel territorio, grazie al coraggio di persone disposte a oltrepassare il limite del proprio gruppo d’appartenenza, senza rinnegarlo e tuttavia rifiutando la logica della contrapposizione etnica. Il primo “gruppo misto” che Langer animò era formato da individui di madrelingua tedesca, italiana e ladina, e perlopiù di estrazione cristiana. A differenza di altre formazioni interetniche che si creavano attorno a interessi comuni, questa incoraggiava il confronto e la conoscenza della storia e della lingua degli altri. I componenti del gruppo si espressero innanzitutto contro gli attentati, «per una giusta riforma dell’autonomia, per un futuro di convivenza e rispetto, nella conoscenza reciproca di lingue e culture».10 Tale pratica sviluppata nel contesto sudtirolese divenne un modello che Langer non avrebbe più abbandonato. Il Sudtirolo, perciò, come diversi studiosi hanno evidenziato, rappresentò un laboratorio in cui mettere alla prova un paradigma di costruzione della convivenza.

Firenze

Conclusi gli anni di liceo, nel 1963 Alexander Langer si trasferì a Firenze, dove frequentò la facoltà di Giurisprudenza e si laureò nel luglio 1968 con il giurista e avvocato Paolo Barile, redigendo una tesi dal titolo Sull’Autonomia provinciale di Bolzano nel quadro dell’autonomia regionale del Trentino-Alto Adige. Sue prospettive di riforma. Nel 1972 si sarebbe laureato anche in Sociologia presso l’Università di Trento, con una tesi scritta insieme a Bruno Lovera e intitolata Analisi delle classi e delle contraddizioni sociali nel Sudtirolo. Nel capoluogo toscano incontrò Valeria Malcontenti, che avrebbe poi sposato nel 1985, e continuò il suo impegno nell’associazionismo cattolico entrando a far parte della Federazione universitaria cattolica italiana (fuci).

Firenze rappresentò per il giovane Langer un luogo di formazione importante, che gli consentì di...


Goffredo Fofi (Gubbio, 1937), saggista, giornalista e critico cinematografico, letterario e teatrale, è uno degli intellettuali più "eretici" e autorevoli nel panorama nazionale, nonché acuta voce del dissenso e della disobbedienza civile. È stato animatore di riviste storiche quali "Quaderni piacentini", "Ombre rosse", "Linea d'ombra", "La Terra vista dalla Luna" e "Lo Straniero". Tra le iniziative più recenti, è tra i fondatori e coordinatori delle Edizioni dell'Asino e del periodico "Gli asini". Consulente editoriale, scrive tuttora per diverse testate, proseguendo la sua instancabile attività di osservatore politico e promotore culturale. Tra le sue innumerevoli pubblicazioni saggistiche ricordiamo le più recenti: Il cinema del no (Eleuthera, 2024); Quante storie. Il "sociale" dall'Unità a oggi (Altraeconomia, 2024) e Breve storia del cinema militante (Eleuthera, 2023).



Ihre Fragen, Wünsche oder Anmerkungen
Vorname*
Nachname*
Ihre E-Mail-Adresse*
Kundennr.
Ihre Nachricht*
Lediglich mit * gekennzeichnete Felder sind Pflichtfelder.
Wenn Sie die im Kontaktformular eingegebenen Daten durch Klick auf den nachfolgenden Button übersenden, erklären Sie sich damit einverstanden, dass wir Ihr Angaben für die Beantwortung Ihrer Anfrage verwenden. Selbstverständlich werden Ihre Daten vertraulich behandelt und nicht an Dritte weitergegeben. Sie können der Verwendung Ihrer Daten jederzeit widersprechen. Das Datenhandling bei Sack Fachmedien erklären wir Ihnen in unserer Datenschutzerklärung.