E-Book, Italienisch, 325 Seiten
Reihe: Indi
Pomerantsev Niente è vero, tutto è possibile
1. Auflage 2018
ISBN: 978-88-3389-025-8
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Avventure nella Russia moderna
E-Book, Italienisch, 325 Seiten
Reihe: Indi
ISBN: 978-88-3389-025-8
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Killer professionisti con un'anima artistica, aspiranti registi teatrali che si trasformano in burattinai del Cremlino, supermodelle con tendenze suicide, Hells Angels che si credono guerrieri consacrati, oligarchi che vivono ancora nel mito della rivoluzione: sono solo alcuni dei personaggi che Peter Pomerantsev incontra nel cuore più surreale della Russia contemporanea, sospesa tra i fantasmi del comunismo e il trionfo di un capitalismo brutale e predatorio, che non esita a fabbricare la realtà, o a modellarla a propria immagine e somiglianza. Un mondo che trabocca di nuovi ricchi e di nuovi potenti e che si trasforma con una rapidità che sfida ogni tentativo di analisi; un mondo, per giunta, dominato da una forma sottile e pervasiva di dittatura che si rivela ogni giorno di più la vera antagonista dell'Occidente. Attingendo alle proprie esperienze professionali - in Russia ha lavorato nella produzione televisiva per quasi dieci anni - e arricchendole con viaggi e incontri che, dalla capitale e dai palazzi del potere, lo hanno portato in città siberiane requisite dalla mafia e nei salotti dei miliardari, a Londra o New York, Pomerantsev compone un mosaico di inarrivabile complessità: il ritratto frenetico e inquietante di un paese che appare insieme assurdo e più vero del vero.
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NIENTE COMPLESSI
«La teoria economica ci impartisce una lezione importante», dice l’istruttrice. «Cercate sempre di assecondare i desideri del consumatore. Applicate questo principio quando siete alla ricerca di un uomo ricco. Al primo appuntamento dovrete rispettare una regola fondamentale: non parlate mai di voi. Ascoltate lui. Scoprite il suo fascino. I suoi desideri. Approfondite i suoi passatempi. E poi cambiate in relazione a essi».
L’Accademia delle arrampicatrici sociali. Un gruppo di ragazze bionde dall’aria seria prende appunti con grande attenzione. Trovare un uomo che le mantenga è un’arte, un vero e proprio mestiere. L’edificio ha grandi sale in finto marmo, specchi enormi e decorazioni color oro. Accanto si trova una SPA con salone di bellezza. Segui la tua lezione da arrampicatrice sociale, poi vai a farti massaggiare e ad abbronzarti. L’insegnante è una rossa sulla quarantina, con una laurea in psicologia, un master, un sorriso penetrante e una voce acuta e affettata – una miss Jean Brodie1 in minigonna: «Non portate mai gioielli al primo appuntamento: il vostro uomo dovrà pensare che siate povere. Presentatevi con una macchina scassata: fate in modo che gli venga voglia di comprarvene una nuova».
Le studentesse prendono appunti in bella grafia. Hanno pagato circa settecento euro per ogni settimana di corso. Ci sono dozzine di «scuole» simili a Mosca e a San Pietroburgo, con nomi come «Accademia della geisha» o «Come essere una vera donna».
«Recatevi in una zona ricca della città», continua l’istruttrice. «Portate con voi una cartina e fingete di esservi perse. Un uomo ricco potrebbe avvicinarsi per offrirvi il suo aiuto».
«Voglio un uomo con i piedi ben piantati per terra. Che mi farà sentire al sicuro come dietro un muro di pietra», dice Aliona, fresca di laurea, utilizzando il linguaggio metaforico delle arrampicatrici sociali (intende dire che desidera un uomo ricco). Di norma Aliona non penserebbe neanche di rivolgermi la parola: è una di quelle ragazze inaccessibili e mi scaccerebbe con un semplice battito di ciglia. Ma io la farò apparire in televisione, e questo cambia tutto. Il programma si intitolerà . Avevo pensato che non sarebbe stato facile convincerla a parlare, che si sarebbe mostrata gelosa della sua vita privata. Ma è il contrario: non vede l’ora di raccontare tutto al mondo. Le arrampicatrici sociali sono diventate uno dei miti preferiti dall’intera nazione. Le librerie sono zeppe di volumi di autoaiuto che spiegano alle ragazze come accalappiare un milionario. Peter Listerman, un pappone paffuto, è una star televisiva. Non si definisce un pappone (sarebbe un’attività illegale), ma un organizzatore di incontri. Le ragazze lo pagano per essere presentate a uomini ricchi. Gli uomini ricchi lo pagano per essere presentati alle ragazze. I suoi agenti, adolescenti gay, setacciano le stazioni ferroviarie in cerca di ragazze slanciate e dalle gambe affusolate, giunte a Mosca con l’idea di farsi una vita. Listerman chiama «pollastrelle» le sue ragazze e si fa immortalare accanto a spiedi carichi di pollastrelle arrosto: «Rivolgetevi a me se volete delle pollastrelle», recitano le sue pubblicità.
Aliona vive in un piccolo ma scintillante appartamento insieme al suo nervoso cagnolino. L’appartamento si trova lungo una delle strade principali che conducono a Rublëvka, l’enclave dei miliardari. I ricchi piazzano lì le loro amanti così possono fermarsi per una sveltina sulla via di casa. È arrivata a Mosca dal Donbass, una regione mineraria ucraina sulla quale i boss della mafia hanno messo le mani negli anni Novanta. Sua madre faceva la parrucchiera. Aliona aveva studiato per fare lo stesso mestiere, ma il salone è andato a gambe all’aria. Così è venuta a Mosca con quasi nulla all’età di vent’anni e ha iniziato a lavorare come spogliarellista al Golden Girls, uno dei numerosi casinò della città. Ballava bene, e questo le ha permesso di incontrare l’uomo che la mantiene attualmente. E adesso guadagna secondo le tariffe standard per le amanti moscovite: l’appartamento, circa tremila euro al mese, la macchina, e una settimana di vacanza in Turchia o in Egitto due volte all’anno. In cambio l’uomo ottiene il suo corpo sinuoso e abbronzato ogni volta che lo desidera, giorno e notte: lei deve mostrarsi sempre incredibilmente felice e pronta a esaudire i suoi desideri.
«Dovresti vedere come mi guardano le ragazze quando torno a casa. Muoiono dalla gelosia», dice Aliona. «“Oh, il tuo accento è cambiato: parli come una moscovita, adesso”», dicono. «Be’, fanculo: io ne sono orgogliosa».
«Potresti mai tornare a vivere laggiù?»
«Mai. Vorrebbe dire aver fallito, tornare a casa dalla mamma».
Il suo uomo le ha promesso una macchina nuova tre mesi fa, ma non è ancora arrivata: Aliona teme che si stia stancando di lei.
«Tutto ciò che vedi qui dentro appartiene a lui: io non ho nulla di mio», continua Aliona, osservando il suo appartamento come se fosse un set, come se ci vivesse qualcun altro.
E quando l’uomo che la mantiene si sarà stancato di lei, Aliona sarà fuori. Di nuovo sulla strada, con il suo cagnolino nervoso e una decina di vestiti di paillettes. Così lei ne sta cercando uno nuovo (qui li chiamano «sponsor»). E si è iscritta all’Accademia delle arrampicatrici sociali, una specie di università per adulti.
«Ma come fai a incontrare altri uomini?», le domando. «Il tuo sponsor non ti controlla?»
«Sì, certo. Devo fare molta attenzione. Una delle sue guardie del corpo mi tiene d’occhio. Ma lo fa in modo gentile: si presenta a casa con dei regali. Ma io so che è una scusa per controllare se ho ricevuto qualcuno. Cerca di essere discreto. Mi sembra una cosa carina. Altre ragazze se la passano decisamente peggio: telecamere, investigatori privati».
L’area di caccia di Aliona è costituita da una costellazione di club e ristoranti progettati quasi esclusivamente per far incontrare gli sponsor in cerca di ragazze con le ragazze in cerca di sponsor. Gli uomini sono chiamati «Forbes» (in riferimento alla classifica dei più ricchi del mondo stilata dall’omonima rivista), le ragazze «tiolki», cioè «bestiame» in russo. È un mercato: ci sono decine, no, centinaia di «capi di bestiame» per ogni «Forbes».
Iniziamo la serata al Galeria. Di fronte si trova un monastero in mattoni rossi adagiato sulla neve come un transatlantico. Fuori dal ristorante le vetture nere sono parcheggiate in quarta fila sullo stretto marciapiede e sulla strada. Guardie del corpo dall’aria torva aspettano i loro capi, seduti nelle macchine, fumando una sigaretta dopo l’altra. Il ristorante è opera di Arkadij Novikov: i suoi locali sono i più in, a Mosca (si occupa anche del catering del Cremlino). Ogni ristorante è a tema: il Medio Oriente, l’Asia. E non si tratta di emulativi, ma piuttosto di accenni consapevoli a quegli stili. Il Galeria è un collage di citazioni: colonne, tavoli neri cromati, pannelli con tessuti inglesi a disegno cachemire. I tavoli sono illuminati da riflettori cinematografici e disposti in modo da permettere di vedere tutti gli ospiti. E gli elementi principali dell’esposizione sono le donne. Siedono al bar, attente a ordinare soltanto acqua Voss, in modo da spingere un Forbes a offrirgli un drink.
«Ah, sono così ingenue», commenta Aliona. «Ormai tutti conoscono quel trucchetto».
Ordina un cocktail e del sushi: «Fingo sempre di non aver bisogno di nulla. Questo attira gli uomini».
A mezzanotte Aliona si dirige verso un club inaugurato di recente. Cortei di Bentley e Mercedes nere (sempre nere) e blindate strisciano lentamente come vermi verso l’ingresso. Accanto alla porta, migliaia di tacchi a spillo avanzano sul ghiaccio annerita, riuscendo in qualche modo a mantenere il loro equilibrio immacolato (oh, nazione di ballerini di danza classica!). Migliaia di chiome biondo platino ricadono su schiene nude e abbronzate inumidite dalla neve. L’aria invernale è lacerata dalle grida di migliaia di labbra gonfiate, che implorano di entrare. Ma non si tratta di moda né di tendenza: si tratta di lavoro. Per le ragazze questa notte rappresenta l’unica possibilità di aprirsi una strada ballando e lanciando sguardi oltre le barriere solitamente invalicabili del denaro, delle guardie private, delle installazioni di sicurezza. Una notte alla settimana la città più divisa dell’emisfero settentrionale, in cui i megaricchi vivono trincerati in una separata e iperlussuosa realtà, lascia che si apra un angusto passaggio per il paradiso. E le ragazze si accalcano e spingono e arrancano in quel passaggio, pienamente consapevoli del fatto che resterà aperto solo per una notte, prima di ricacciarle di nuovo all’esterno, nell’impietosa metropoli moscovita.
Aliona cammina con eleganza passando davanti alle altre in coda. È sulla lista vip. All’inizio di ogni anno versa diverse migliaia di dollari al buttafuori per essere sicura di riuscire sempre a entrare – una tassa necessaria per la sua professione.
L’interno del club è stato realizzato come un teatro barocco, con una pista da ballo al centro su cui si affacciano diversi ordini di palchi. I Forbes si accomodano nei palchetti (un lusso che costa decine di migliaia di dollari) mentre Aliona e centinaia di altre ragazze ballano sulla pista giù in basso, lanciando sguardi esperti verso l’alto, nella speranza di essere invitate. I palchi sono immersi nel buio. Le ragazze non hanno alcuna idea di chi vi sia seduto: in...