Verdi / Lauzieres | Don Carlos | E-Book | www.sack.de
E-Book

E-Book, Deutsch, 140 Seiten

Verdi / Lauzieres Don Carlos

Die Opern der Welt
1. Auflage 2012
ISBN: 978-3-8496-0180-5
Verlag: Jazzybee Verlag
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Die Opern der Welt

E-Book, Deutsch, 140 Seiten

ISBN: 978-3-8496-0180-5
Verlag: Jazzybee Verlag
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



Dies ist das Libretto zur Oper Don Carlos. Genießen Sie zum Klang Ihrer Lieblingsoper die Original-Texte auf Ihrem Bildschirm. Einzelne Akte und, falls mehrsprachig, Sprachen lassen sich über das Inhaltsverzeichnis auswählen.

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Atto secondo


Parte prima

I Giardini della Regina a Madrid. Un boschetto chiuso. In fondo, sotto un arco di verzura, una statua con una fontana. Notte chiara.

Scena prima

Don Carlo, leggendo un biglietto.

DON CARLO.

»A mezzanotte

Ai giardin della Regina

Sotto gli allôr della fonte vicina

È mezzanotte; mi par udir

Il mormorio del vicin fonte ...

Ebbro d'amor, ebbro di gioia il core! ...

Elisabetta, mio ben, mio tesor,

A me vien! ...

Scena seconda

Don Carlo, Eboli, velata.

DON CARLO ad Eboli, da lui creduta la Regina.

Sei tu, bella adorata,

Che appari in mezzo ai fior!

Sei tu! l'alma beata

Già scorda il suo dolor.

O tu cagion del mio contento,

Parlar ti posso almen!

O tu cagion del mio tormento,

Sei tu, amor mio, sei tu, mio ben!

EBOLI tra sé.

(Un tanto amor è gioia a me suprema!

Amata, amata io son!)

DON CARLO.

L'universo obliam! te sola, o cara, io bramo!

Passato più non ho, – non penso all'avvenir!

Io t'amo! io t'amo!

EBOLI.

Ah! possa allor l'amor

Il tuo cor al mio cor per sempre unir!

Si toglie la maschera.

DON CARLO atterrito, tra sé.

(Ciel! Non è la Regina!)

EBOLI.

Ahimè! Qual mai pensiero

Vi tien pallido, immoto, e fa gelido il labbro?

Quale spettro si leva tra noi?

Non credete al mio cor, che sol batte per voi?

V'è ignoto forse, – ignoto ancora

Qual fier agguato a' piedi vostri sta?

Sul vostro capo, ad ora ad ora,

La folgore dal ciel piombar potrà!

DON CARLO.

Deh! noi credete: – ad ora ad ora,

Più denso vedo delle nubi il vel;

Su questo capo – io veggo ognora

Pronta a scoppiar la folgore del ciel!

EBOLI.

Udii dal padre, da Posa istesso

In tuon sinistro – di voi parlar.

Salvarvi poss'io. – Io v'amo.

DON CARLO.

Rodrigo! qual mistero a me si rivelò!

EBOLI inquieta.

Ah Carlo! ...

DON CARLO.

Il vostro inver celeste è un core,

Ma chiuso il mio restar al gaudio de'!

Noi facemmo ambedue un sogno strano

In notte sì gentil, tra il profumo dei fior.

EBOLI.

Un sogno! o ciel! Quelle parole ardenti

Ad altra credeste rivolger illuso ...

Qual balen! Quale mister! ...

Voi la Regina amate! ... Voi! ...

DON CARLO atterrito.

Pietà!

Scena terza

Detti, Rodrigo.

RODRIGO.

Che disse mai! Egli è deliro,

Non merta fe', – demente egli è!

EBOLI.

Io nel suo cor – lessi l'amor;

Or noto è a me. – Ei si perdé.

RODRIGO terribile.

Che vuoi dir?

EBOLI.

Tutto io so!

RODRIGO.

Che vuoi dir? Sciagurata!

Trema! io son ...

EBOLI.

L'intimo sei del Re.

Ignoto non è a me.

Ma una nemica io son formidabil, possente:

M'è noto il tuo poter, – il mio t'è ignoto ancor.

RODRIGO.

Che pretendi mai dir?

EBOLI.

Nulla.

DON CARLO, RODRIGO, EBOLI a Rodrigo.

Al mio furor sfuggite invano.

Il suo destin è in questa mano.

RODRIGO ad Eboli.

Parlar dovete, a noi svelate

Qual mai pensier vi trasse qui.

EBOLI.

Io son la tigre al cor ferita,

Alla vendetta l'offesa invita.

RODRIGO.

Su voi del ciel cadrà il furor.

Degl'innocenti è il protettor.

DON CARLO.

Stolto fui! O destino spietato!

D'una madre ho io il nome macchiato!

Ma di Dio sol lo sguardo potrà

Indagare chi colpa non ha.

EBOLI con ironia amara.

Ed io, che tremava al suo aspetto! ...

Ella volea – questa santa novella –

Di celesti virtù mascherando il suo cor,

Il piacer libar

Ed intera la coppa vôtar dell'amor.

Ah! per mia fe'! ... fu ben ardita!

RODRIGO snudando il pugnale.

Tu qui morrai.

DON CARLO trattenendolo.

Rodrigo!

RODRIGO.

No; il velen

Ancora non stillò quel labbro maledetto!

DON CARLO a Rodrigo.

Rodrigo, frena il cor.

EBOLI.

Perché tardi a ferir? ...

Non indugiar ancor.

RODRIGO gettando il pugnale.

No, una speme mi resta; m'ispirerà il Signor.

Don Carlo, Rodrigo e Eboli.

EBOLI a Carlo.

Trema per te, falso figliuolo,

La mia vendetta arriva già.

Trema per te, fra poco il suolo

Sotto il tuo pie' si schiuderà!

DON CARLO.

Tutto ella sa! tremendo duolo!

Oppresso il cor forza non ha.

Tutto ella sa! Né ancora il suolo

Sotto il mio pie' si schiuderà?

RODRIGO a Eboli.

Tacer tu dêi; rispetta il duolo,

O un Dio severo ti punirà.

Tacer tu dêi; o per te il suolo

Sotto il tuo pie' si schiuderà.

Eboli esce furibonda.

Scena quarta

Don Carlo e Rodrigo.

RODRIGO.

Carlo, se mai su te fogli importanti serbi,

Qualche nota, un segreto, a me affidarli dêi.

DON CARLO esitando.

A te! all'intimo del Re! ...

RODRIGO.

Sospetti tu di me? ...

DON CARLO.

No, del...



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