Casanova | La Repubblica mondiale delle lettere | E-Book | www.sack.de
E-Book

E-Book, Italienisch, 636 Seiten

Reihe: Extrema ratio

Casanova La Repubblica mondiale delle lettere


1. Auflage 2023
ISBN: 979-12-5480-040-9
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

E-Book, Italienisch, 636 Seiten

Reihe: Extrema ratio

ISBN: 979-12-5480-040-9
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



Esiste una fabbrica invisibile e potente dell'universale letterario, una Repubblica mondiale delle lettere dotata di un suo meridiano di Greenwich, sul quale si misura la novità e la modernità delle opere. Ma questo paese della letteratura non è l'isola incantata delle forme pure, dove talento e creatività si esprimono liberamente. Pascale Casanova, tracciandone la storia e descrivendone la struttura, mette in luce un universo letterario diseguale e gerarchico fatto di rapporti di forza, uno spazio in cui gli scrittori più svantaggiati dal punto di vista letterario sono sottoposti a una violenza invisibile ma costante. La storia raccontata in questo libro è quella dei ribelli e rivoluzionari che, attraverso la creazione di nuove forme, sono riusciti a inventare la loro libertà, ottenuta al prezzo di una dura lotta contro una forma di dominio che è, insieme, letteraria e politica. Questa è la prima traduzione italiana di un classico della critica contemporanea: un contributo fondamentale che, per la sua novità teorico-metodologica e per gli accesi dibattiti che ha saputo suscitare, è divenuto un punto di riferimento indispensabile per la comparatistica e la storia della letteratura mondiale. Come osserva Franco Moretti: 'Ogni tanto, ma di rado, esce un libro che cambia il modo in cui una disciplina lavora. Trent'anni fa, quello di 'letteratura mondiale' era un concetto da museo, scomparso dal dibattito critico; oggi ne è al centro, e il merito è del libro che avete tra le mani'

(1959-2018) è stata una ricercatrice e critica letteraria francese. Formatasi con il sociologo Pierre Bourdieu, ha insegnato alla Duke University e dal 1997 al 2010 è stata l'autrice e conduttrice dello storico programma radiofonico L'Atelier littéraire, trasmesso da France Culture. Oltre alla Repubblica mondiale delle lettere, pubblicato in Francia nel 1999, tradotto in molte lingue e vincitore nel 2000 del Premio per la saggistica della Société des Gens de Lettres, ha scritto i libri Beckett l'abstracteur (1997), Kafka en colère (2011) e La Langue mondiale (2015), tutti editi da Seuil. Cecilia Benaglia insegna Letteratura francese e comparata all'Università di Limerick, in Irlanda. Si occupa di letteratura del Novecento, di teoria della traduzione e di studi di genere. È autrice del libro Engagements de la forme. Une sociolecture des ?uvres de Carlo Emilio Gadda et Claude Simon (Classiques Garnier, 2020).
Casanova La Repubblica mondiale delle lettere jetzt bestellen!

Autoren/Hrsg.


Weitere Infos & Material


Prefazione


di Cecilia Benaglia


, pubblicato per la prima volta nel 1999, è uno dei contributi più importanti alla storia della letteratura mondiale degli ultimi decenni e ormai un classico della critica letteraria comparata. Tradotto rapidamente in diverse lingue1, in ventiquattro anni di vita ha ispirato numerose ricerche, suscitato un’ammirazione unanime, ma anche provocato molte discussioni e critiche accese. In un periodo in cui il dibattito sulla letteratura mondiale come lo conosciamo oggi era ancora agli inizi, Pascale Casanova proponeva con questo libro un approccio radicalmente nuovo allo studio della letteratura su scala internazionale, molto ambizioso sul piano sia teorico che storico, attraverso il quale metteva in relazione un numero impressionante di opere e di scrittori, coprendo un’area geografica la cui estensione era molto rara se non inedita fino ad allora. (L’autrice commenta e analizza, e la lista non è esaustiva, scrittori europei, africani, canadesi, statunitensi, latino-americani, indiani e cinesi). Gran parte della novità dell’approccio di Casanova risiede nel fatto che al centro del suo studio non si trova né la letteratura mondiale né un canone letterario mondiale, bensì 2, nozione mutuata da quella di del sociologo francese Pierre Bourdieu (che era stato il direttore della sua tesi di dottorato), su cui si basa . Si tratta di una scelta decisiva, perché agli occhi di Casanova descrivere la letteratura a partire dallo spazio letterario mondiale in cui viene prodotta e all’interno del quale circola ha una portata euristica grandissima, ed è precisamente attraverso la mediazione di questo spazio che diventa possibile stabilire un dialogo fra autori così disparati e diversi, una griglia di lettura unitaria capace di metterne in luce, oltre alle differenze, anche le analogie strutturali.

Ma la scelta di estendere la nozione di campo allo spazio letterario mondiale non implica una semplice trasposizione del paradigma bourdieusiano, bensì una sua vera e propria rielaborazione teorica, che Casanova effettua facendo dialogare il modello relazionale e competitivo di Bourdieu con i lavori di Fernand Braudel, di Itamar Even-Zohar, di Benedict Anderson e, indirettamente, anche di Immanuel Wallerstein (che introduce un terzo elemento nella descrizione del “sistema-mondo”, le semi-periferie, cui fanno eco gli “spazi mediani” di cui parla Casanova nel suo libro, p. 484). In dialogo con questi teorici e storici, Casanova intende “tracciare i contorni” (41) e scrivere la storia di uno spazio che è ai suoi occhi contemporaneamente e , in quanto, nonostante una relativa autonomia, la sua formazione è inseparabile dalla nascita e dallo sviluppo degli stati-nazione in Europa, e dalle risorse letterarie disuguali da questi accumulate.

Fin dalla loro ideazione, e soprattutto a partire dal momento in cui attraversano le frontiere nazionali, le opere letterarie e i loro autori accedono a un universo gerarchico, fondato su un principio di disuguaglianza, in cui chi controlla i movimenti della letteratura ne controlla in gran parte anche il significato. Volendo studiare le logiche e il funzionamento di questo universo, l’obiettivo di Casanova è svelarne e cartografarne le dinamiche e i rapporti di potere che sono invece attivamente dissimulati da un tipo dominante di storia letteraria, concepita come un susseguirsi armonioso di opere prodotte da geni solitari e ispirati. Si tratta per lei di “sollevare il velo” (48) sulla realtà della produzione letteraria. Ne risulta un quadro realistico e disincantato in cui emerge la violenza che caratterizza l’“economia dei beni simbolici” su cui si regge il mondo letterario, come è vissuta quotidianamente dagli scrittori e dalle scrittrici non centrali e “dominati”. È chiara qui anche l’influenza di Edward Said, citato in diverse parti del libro, visto che quello che emerge nella è in fondo la storia di un impero letterario occidentale, più precisamente europeo, la cui capitale è, per la maggior parte del periodo studiato da Casanova, Parigi.

La letteratura mondiale non è un oggetto, quindi, ma uno spazio, e anche, soprattutto, la nuova prospettiva sulle opere e sugli autori che l’analisi di questo spazio permette. Questa prospettiva si oppone esplicitamente a due approcci tradizionali, dominanti in Francia (e non solo) negli anni Novanta. Da un lato, una critica guidata da un “nazionalismo metodologico”3 e, dall’altro, una critica basata su letture puramente interne dei testi letterari. Casanova prende radicalmente le distanze sia dal modello nazionale delle storie letterarie, in cui le diverse letterature nazionali sono viste come entità separate e autonome, sia dal “monadismo” praticato dalla lettura interna, che rinuncia a mettere le opere in connessione con “la configurazione” (39) storica e letteraria che ne ha permesso l’emergere. Ma tutto questo è realizzato insistendo, al tempo stesso, sulla specificità dei fatti letterari e sulla necessità di una storia letteraria che sia autonoma rispetto alla storia politica ed economica del mondo (aspetto che la distanzia da una parte degli studi postcoloniali, che rischiano, ai suoi occhi, di subordinare i fenomeni letterari a quelli politici).


Durante i ventiquattro anni trascorsi dalla pubblicazione della , lo studio della letteratura mondiale è andato organizzandosi in uno spazio disciplinare vero e proprio, all’interno del quale il libro di Casanova figura come testo fondatore, un punto di partenza imprescindibile ma anche, ormai, una delle prospettive teoriche disponibili. A seguito di una rilevante ricezione internazionale, l’orizzonte critico che accompagna questo libro si è inoltre ampliato notevolmente, e fra le sue letture più interessanti figurano forse quelle che insistono sull’articolazione delle problematiche affrontate da Casanova con quelle proprie degli studi postcoloniali, sviluppatisi principalmente in ambito anglofono (in cui è avvenuta anche buona parte della ricezione del libro). Conviene evocare quindi, senza voler essere esaustivi, alcune fra le critiche principali, e forse più valide, che sono state mosse allo studio di Casanova, e che ne arricchiscono, oggi, la nostra lettura4.

La prima critica riguarda la stessa concezione di letteratura adottata nel libro e l’assenza di una riflessione capace di problematizzare l’uso del termine. La definizione di letteratura scelta dall’autrice comprende unicamente, in effetti, le opere di finzione scritte e a stampa, e si basa inoltre su una visione che considera come legittima soltanto la letteratura “pura” o autonoma, escludendo quindi le letterature orali o altre forme di espressione linguistica, e minimizzando il ruolo giocato dalla letteratura popolare, più vicina al polo commerciale. Insomma, una certa concezione della letteratura è presentata come dato di fatto non interrogato e, come nota Jérôme David, cessa così “di essere un oggetto storico per diventare un presupposto teorico”5. All’origine di questa scelta si trova la generalizzazione di un modello nazionale (quello del campo francese della seconda metà dell’Ottocento, su cui si basa il paradigma bourdieusiano) che è oggi considerato come eccezionale e non applicabile ad altri spazi. Diversi studiosi e studiose che lavorano su aree letterarie non europee hanno poi sottolineato i limiti della nazione (monolingue) come unità minima dello spazio letterario mondiale, una scelta che non tiene conto né di realtà geo-politiche multilingue in cui il binomio lingua-nazione non è mai stato valido o non lo è più, né di altre entità possibili per mappare lo spazio letterario mondiale (si pensi a categorie come “regione mediterranea” o “spazio oceanico”6).

Le critiche avanzate da Aamir R. Mufti, allievo di Said, permettono di rivedere e arricchire, invece, la genesi storica dello spazio letterario teorizzato da Casanova. Per la studiosa, tre tappe principali ne scandiscono lo sviluppo e l’estensione: la prima coincide con le lotte fra lingue vernacolari e latino nell’Europa Occidentale del XVI secolo; la seconda è costituita dalla rivoluzione herderiana, nel XIX secolo, e dall’affermarsi di una concezione popolare del capitale letterario; la terza e ultima tappa corrisponde infine al periodo della decolonizzazione, nella seconda metà del XX secolo, quando si assiste all’ingresso nello spazio letterario mondiale di tutta una serie di letterature fino ad allora escluse o rese invisibili. Criticando in particolare quest’ultima tappa della periodizzazione, Mufti mostra come sia necessario retrodatare al XIX secolo l’introduzione nel sistema letterario internazionale delle letterature degli spazi coloniali. Si tratta del periodo della cosiddetta “rivoluzione filologica”, che si è basata in gran parte sulla “scoperta” e la traduzione di testi classici scritti in lingue non europee come il persiano, l’arabo e le lingue...



Ihre Fragen, Wünsche oder Anmerkungen
Vorname*
Nachname*
Ihre E-Mail-Adresse*
Kundennr.
Ihre Nachricht*
Lediglich mit * gekennzeichnete Felder sind Pflichtfelder.
Wenn Sie die im Kontaktformular eingegebenen Daten durch Klick auf den nachfolgenden Button übersenden, erklären Sie sich damit einverstanden, dass wir Ihr Angaben für die Beantwortung Ihrer Anfrage verwenden. Selbstverständlich werden Ihre Daten vertraulich behandelt und nicht an Dritte weitergegeben. Sie können der Verwendung Ihrer Daten jederzeit widersprechen. Das Datenhandling bei Sack Fachmedien erklären wir Ihnen in unserer Datenschutzerklärung.