Fisher | Desiderio postcapitalista | E-Book | www.sack.de
E-Book

E-Book, Italienisch, 299 Seiten

Reihe: Indi

Fisher Desiderio postcapitalista

Le ultime lezioni
1. Auflage 2022
ISBN: 978-88-3389-425-6
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Le ultime lezioni

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Reihe: Indi

ISBN: 978-88-3389-425-6
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
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Negli ultimi mesi del 2016, poco prima di togliersi la vita, Mark Fisher tenne una serie di lezioni e conferenze alla Goldsmiths University di Londra, esponendo i tratti essenziali di un nuovo progetto che la morte avrebbe lasciato incompiuto. Prendendo le mosse da un quesito fondamentale - vogliamo sul serio ciò che sosteniamo di volere? - Fisher esplora il rapporto tra desiderio e capitalismo, e si domanda quali nuove forme di desiderio sia ancora possibile ricavare dal passato, dal presente e dal futuro. Dallo sviluppo e fallimento della controcultura negli anni Settanta all'elaborazione di una linea di pensiero sempre più fondata su quello che è ormai diventato un termine di uso quasi comune - l'accelerazionismo progressista - le lezioni di Fisher offrono un'occasione preziosa per riflettere sull'opportunità di approdare a nuove forme di coscienza e consapevolezza, e sulle implicazioni culturali e politiche che ne conseguirebbero. Un volume indispensabile per comprendere quali sarebbero state le nuove direttrici che il pensiero di Fisher avrebbe sviluppato, inoltrandosi nei territori della psichedelia e spaziando tra sociologia e musica, filosofia, arte e letteratura.

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LEZIONE 1

COS’È IL POSTCAPITALISMO?
7 NOVEMBRE 2016


MARK FISHER: ...Passeremo rapidamente in rassegna la struttura del corso, così come lo immagino in questo momento. Come dicevo, potete intervenire per modificarla e cambiarle forma – questo corso è un esperimento, che comincia adesso...

Ok. Bene, per iniziare volevo parlare dell’ispirazione negativa del corso. La mia intenzione originaria era quella di farvi vedere tre filmati, ma temo che dovrò parlarvene perché per qualche motivo a me ignoto non si riesce a far funzionare il sonoro...

1984 1984).1

Questo era il primo. Qualcuno lo riconosce? Qualcuno di voi l’ha già visto? Esatto. Sta nel film su Steve Jobs, giusto? Qualcuno di voi l’aveva già visto?... Sì? Dove l’avete visto?

STUDENTE 1: Be’, io il film non l’ho visto...

MF: Ah, non hai visto il film su Steve Jobs...

STUDENTE 1: Ma mi pare che qualcuno l’abbia postato su Facebook, credo. Non conosco il contesto: so soltanto che è uno spot Apple per il Super Bowl.

MF: Esatto, vale di sicuro la pena di rivederlo più tardi con il sonoro... Come dicevo, in questo momento non riesco a far funzionare l’audio... Ma la semplice immagine basta a raccontare la storia. Spesso, in termini polemici, dico che «questo è il film più influente degli ultimi trentacinque anni». È stato realizzato da... Chi mi sa dire il nome del regista?

STUDENTE 2: Ridley Scott.

MF: Sì, è diretto da Ridley Scott, e si vede, giusto? Si nota dallo stile che è molto simile ai film che aveva realizzato poco prima. Scott aveva ridefinito lo stile della fantascienza di Hollywood con e usciti rispettivamente nel 1979 e nel 1982 mi pare, perciò lo spot è di due anni dopo. È davvero il miglior film che ha realizzato dall’epoca, a mio giudizio. Probabilmente il suo unico film rilevante da allora.

Questo spot, non scherzo, ha disseminato tropi che oggi sono ormai parte integrante del nostro immaginario: l’idea dei sistemi di controllo burocratici che operano dall’alto, contrapposti al dinamismo di mentalità interconnesse.

E la cosa astuta, credo, o perlomeno significativa... tutta la pubblicità può essere considerata una forma di ... Il dreamwork, come diceva Freud, implica la combinazione, la compressione, la condensazione di idee diverse. Lo spot, se osservate le immagini, non fa altro che condensare tutto l’immaginario della guerra fredda – che nessuno di voi è abbastanza vecchio per ricordare davvero, se non sul piano storico – l’immaginario della guerra fredda associato in particolar modo all’Unione Sovietica: un immaginario negativo legato a un’idea di tetraggine, di sottomissione burocratica dell’individuo. Se osservate il video, vedete che gli automi grigi si trascinano sottomessi agli ordini impartiti dall’alto dal mezzobusto, in un chiaro riferimento a di Orwell. (Gli eredi di Orwell non furono molto contenti dello spot, ma questa è un’altra storia, e per il momento la accantoniamo).2 Il filmato però combina un immaginario a lungo identificato con il blocco sovietico con l’immaginario associato a grandi aziende come IBM, che all’epoca dominava il mondo dei computer.

Apple qui si presenta nel ruolo dell’ultima arrivata, del colore che si insinua in un mondo grigio, cupo e burocratico. Apple è nuova. Fatto interessante, è una donna. È il colore che irrompe in un mondo grigio di monoliti burocratici dove, nel dreamwork pubblicitario, IBM è equiparata all’Unione Sovietica. Vediamo il nuovo mondo che sta per liberarsi da un regime poliziesco noioso, livido, cupo, monolitico. Ed è esattamente ciò che poi è successo! In un certo senso, il filmato è stato profetico. Più che profetico: potremmo dire iperstizionale.3 Ha contribuito a far succedere esattamente ciò che descriveva.

Dal mio punto di vista, la cosa interessante è la capacità dello spot di indicare che esiste un problema di desiderio sul piano del capitale. L’immaginario legato alla guerra fredda lascia intendere che non esista davvero un desiderio... O meglio, che esiste il desiderio del capitalismo. Il mondo comunista, così come la IBM e il mondo delle imprese capitaliste allora dominanti, è noioso e tetro, ed è un’obiezione a tutto questo! Il nuovo mondo capitalista sarà totalmente diverso. Il nuovo mondo capitalista parla di desiderio, cosa che nel mondo comunista non succede mai.

Ecco in parte spiegato il mio interesse per quel video. Metterò il mio Powerpoint sul VLE in modo che più tardi possiate guardarlo con il sonoro.4 Purtroppo questi problemi sono inevitabili... in pratica contraddicono subito il messaggio degli spot, e cioè che Apple e Microsoft sarebbero state efficienti e prive di intoppi. Siamo qui da cinque minuti e già sappiamo che non è vero... Quindi non vedo nessuna ragione per cui il sonoro non debba funzionare, ma continuo a non sentire nulla...

Bene. Il secondo filmato che volevo mostrarvi era questo spot, più o meno dello stesso periodo se non erro 5

L’uomo ha questa valigia... dove c’è una copia di , all’epoca la bibbia dello stile, la più importante rivista londinese di cultura dello stile... Ed eccolo nel cupo mondo sovietico. È tutto in bianco e nero. Ecco l’appartamento opprimente verso cui si dirige. La sua vita è di colpo riscattata dal fatto di essere riuscito a contrabbandare un paio di Levi’s in Unione Sovietica.

Non è una situazione inventata solo a fini pubblicitari. In Unione Sovietica i Levi’s godevano effettivamente di uno status da super-feticcio. Perciò, di nuovo, cosa indica questo spot? Non soltanto che il blocco sovietico era repressivo, politicamente repressivo, ma anche che inibiva e frenava il desiderio.

Questi due spot pubblicitari sono comparsi in un momento in cui, col senno di poi, possiamo dire che la guerra fredda stava finendo. All’epoca però, a metà degli anni Ottanta, l’impressione generale era molto diversa. Il crollo dell’Unione Sovietica e del sistema sovietico alla fine degli anni Ottanta è stato rapidissimo, nessuno lo avrebbe previsto a metà decennio. Allora si aveva la sensazione di una guerra fredda totale che si sarebbe protratta per decenni.

Le immagini che abbiamo visto vengono da quel periodo. La terza cosa che volevo mostrarvi, ma a questo punto non ha molto senso senza sonoro...

STUDENTE 3: Volevo soltanto chiedere... Dov’è stato usato questo spot della Levi’s?

MF: In Gran Bretagna. Era uno spot britannico. Sì. Era pensato per la Gran Bretagna.

Have I Got News for You6

Qui vediamo Louise Mensch, ex parlamentare conservatrice nonché autrice di romanzi rosa (non riesco a credere che si chiami davvero «Mensch», sembra il personaggio stupido di un romanzo di Martin Amis, no?) ecco, Louise Mensch che partecipa a , programma di blanda satira politica della BBC, all’epoca di Occupy London.

Com’è noto, in quell’occasione Mensch sostenne che i contestatori di Occupy erano privi di autenticità e poco credibili, in quanto frequentavano Starbucks e probabilmente usavano gli iPhone. Un’accusa senza dubbio piuttosto diffusa. Hanno l’iPhone, quindi non possono essere veri anticapitalisti.

Per cui esiste un collegamento, non trovate, fra i primi due spot pubblicitari e le dichiarazioni di Louise Mensch. Hanno tutti alle spalle la stessa narrazione, una storia che parla di desiderio. I contestatori usano i prodotti del capitalismo avanzato, perciò... la realtà è che non soltanto sono degli ipocriti, ma neppure desiderano davvero ciò che dicono di desiderare. Non vogliono realmente un benessere che vada al di là del capitalismo. Ciò che desiderano sono solo i frutti del capitalismo, ecco perché alla fine il capitale vincerà. A livello etico potranno anche dichiarare di voler vivere in un mondo diverso, ma a livello libidinale, a livello di desiderio, scelgono di vivere nel mondo capitalista attuale.

Questi sono i tre punti su cui si basa l’ispirazione negativa del corso, in cui intendo sollevare la seguente domanda: esiste realmente il desiderio per qualcosa che vada oltre il capitalismo? È una posizione che in...



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