E-Book, Italienisch, 238 Seiten
Goleman Intelligenza sociale ed emotiva
1. Auflage 2015
ISBN: 978-88-590-0936-8
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Nell'educazione e nel lavoro.
E-Book, Italienisch, 238 Seiten
ISBN: 978-88-590-0936-8
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Laureato e specializzato a Harvard in Psicologia clinica e sviluppo della personalità, è psicologo, scrittore e giornalista scientifico. È stato per molti anni collaboratore del «New York Times» su temi di neurologia e scienze comportamentali. Ha ricevuto due nomination per il Premio Pulitzer, un premio alla carriera dall'American Psychological Association ed è stato eletto membro dell'American Association for the Advancement of Science. Il suo libro più noto, Emotional intelligence (1995), è rimasto per un anno e mezzo nella lista dei bestseller del «New York Times», ha venduto più di 5 milioni di copie ed è stato tradotto in 40 lingue.
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Genitori migliori, partner migliori, persone migliori
Conversazione con
Daniel J. Siegel
Daniel J. Siegel
Ha conseguito la laurea in Medicina presso la Harvard University, dove si è specializzato in Pediatria, Psichiatria adolescenziale e adulta. È clinical professor di Psichiatria presso la facoltà di Medicina della UCLA (University of California, Los Angeles), codirettore del Mindful Awareness Research Center, membro illustre della American Psychiatric Association, direttore del Mindsight Institute e direttore medico presso il Lifespan Learning Institute; il suo ambito di ricerca riguarda le interazioni familiari, l’influenza delle emozioni sulle esperienze di attaccamento, la memoria autobiografica e narrativa. Fondatore della neurobiologia interpersonale, Siegel ha impresso una svolta fondamentale nel campo della ricerca internazionale e negli studi sul benessere psicologico. Tra i suoi titoli più noti tradotti in italiano: La mente relazionale. Neurobiologia dell’esperienza interpersonale (2013) e Mindsight. La nuova scienza della trasformazione personale (2011).
Daniel Goleman: Mi trovo nel Berkshires con il mio caro amico Daniel Siegel, che deve fare una presentazione proprio qui nei paraggi e ha acconsentito a incontrarmi per parlare delle intersezioni fra il suo lavoro e il mio. Quando scrissi Emotional intelligence e poi Social intelligence,1 mi ritrovai ad attingere dal lavoro di Daniel e a riconoscerne la fondamentale importanza. Infatti, una delle principali premesse su cui mi basavo era che l’esperienza scolpisce il cervello, specialmente nell’infanzia, e che dobbiamo essere attenti, efficaci e produttivi nel nostro modo di interagire con i bambini, sia come genitori che come insegnanti o nonni. In realtà, il nostro modo di interagire con loro è importante non tanto nei singoli momenti quanto piuttosto in una prospettiva temporale più dilatata e in relazione ai modelli di interazione reiterati. Daniel, il tuo lavoro ha avuto un ruolo determinante nel portare avanti questa idea, sia sul piano scientifico che su quello clinico. Quindi, la mia prima domanda è: in che modo l’esperienza scolpisce il cervello di un bambino?
Daniel Siegel: Lasciami dire innanzitutto che è un piacere essere qui con te nel Berkshires, perché una parte importante della mia maturazione è avvenuta non molto lontano da questo posto, a Boston, quando ero studente di Medicina ad Harvard. Una delle mie figure di riferimento alla facoltà di Medicina fu Tom Whitfield: lui mi aiutò a crescere ed ebbe un ruolo davvero significativo nella mia formazione personale. Era un pediatra e mi insegnò che per prendersi cura di altre persone occorre innanzitutto essere veramente interessati a loro. Quando sono diventato psichiatra infantile ho messo a frutto quanto ho appreso qui e ho esplorato con profondo interesse la questione di come ciò che facciamo come genitori (ora ho due figli, e so che ne hai due anche tu) influisce sui nostri bambini. Così, per dirimere la questione ho cercato di basarmi sui dati scientifici e, integrando diverse prospettive di ricerca, sono riuscito a comporre un quadro che dimostra che il modo in cui noi genitori ci sintonizziamo con il mondo interiore dei nostri figli influisce sullo sviluppo della loro mente. In effetti, se consideriamo le funzioni cerebrali vediamo che, di fatto, le esperienze che forniamo come genitori modellano veramente il cervello dei bambini in particolari modi che permettono loro di regolare le emozioni, rapportarsi con altre persone in maniera aperta e ricettiva e realizzare appieno il loro potenziale intellettivo. I genitori influiscono sullo sviluppo dei figli su piani evolutivi estremamente diversi tra loro come quelli sociale, affettivo e cognitivo. La sfida che ci aspetta ora è quella di sperimentare e diffondere queste scoperte nella società. Mi spiego meglio: quando da ricercatore mi occupavo di attaccamento, mi sono imbattuto nel lavoro di Mary Main, che insegna a Berkeley, Università della California. La Main ha fatto una scoperta che mi ha veramente sbalordito: il miglior modo per prevedere come i genitori tratteranno i loro figli non è tanto conoscere le loro esperienze infantili oggettive — come tutti pensano — bensì il senso che hanno dato ad esse. La differenza è sostanziale. Non importa che cosa ci sia successo nell’infanzia: la ricerca dimostra che, se noi comprendiamo queste vicende, i nostri figli possono crescere felicemente.
Goleman: Che cosa intendi per «comprendere»? Puoi farmi un esempio — magari un esempio clinico?
Siegel: Certamente. Quello che dimostra la ricerca sull’attaccamento è che comprendere significa interrogare i nostri ricordi per capire che cosa ci è accaduto nel passato e in che modo quegli eventi ci hanno modellato in modi positivi — o magari non proprio positivi. Ciò permette di comprendere gli adattamenti che abbiamo messo in atto nel passato, in modo da liberarcene riuscendo a vederli per ciò che sono: delle abitudini della propria mente. Ti faccio un esempio: qualcuno è stato cresciuto da adulti che non erano sintonizzati con la vita interiore della loro mente, magari genitori che non riconoscevano le loro stesse emozioni o che si limitavano a reagire al comportamento esteriore dei figli senza andare al di là di esso, senza cogliere le intenzioni che vi erano dietro. Ammettiamo che un bambino arrabbiato cominci a lanciare degli oggetti. Invece di dire «Vedo la tua rabbia e capisco perché stai lanciando quell’oggetto contro la porta», un genitore potrebbe limitarsi a punire quell’azione, senza riconoscere l’emozione che c’è dietro, senza vederla.
Goleman: Quindi consigli ai genitori di non limitarsi a notare che il bambino si comporta male ma capire i suoi stati d’animo e i motivi per cui fa così proprio in quel momento. E riconoscerli esplicitamente, dire qualcosa in proposito.
Siegel: Esattamente. Un genitore quindi potrebbe dire qualcosa come: «Vedo che sei arrabbiato e capisco che è per questo che hai tirato la matita. Non va bene tirare la matita. Non va bene danneggiare le cose, ma parliamo della tua emozione. Parliamone in modo intelligente, in modo emotivamente intelligente. Parliamo di quello che sta succedendo dentro di te, di che cosa ti spinge a comportarti così».
Goleman: Però a un bambino non ti rivolgeresti così. Immagino che diresti: «Allora, perché sei così arrabbiato?».
Siegel: Potresti dire «Vedo che sei arrabbiato e capisco che è per questo che hai tirato la matita. Parliamo di quello che stai provando». Ma gli unici genitori che lo fanno, a quanto pare, sono i genitori che lo hanno fatto per se stessi. In questo caso, però, stiamo parlando di un bambino cresciuto da persone che non lo hanno fatto, adulti che hanno sviluppato una specie di disconnessione dal loro mondo interiore. Non hanno ciò che io chiamo mindsight, cioè la capacità di comprendere la propria mente o di comprendere la mente di un altro. Mindsight è una parola che ho dovuto inventare perché sembra che l’inglese non abbia un termine che abbracci l’idea della comprensione della propria mente e dell’empatia per capire la mente di un’altra persona. Così, mentre scrivevo un libro intitolato The developing mind, ho coniato questo termine, che significa comprendere la mente.2
Cos’è la mindsight?
Goleman: Il mio modello dell’intelligenza emotiva prevede quattro ambiti. Il primo e più fondamentale è quello della consapevolezza di sé, che è la mindsight rispetto alla propria mente. Il secondo consiste nell’usare questa consapevolezza per gestire bene il proprio mondo emotivo o interiore. Il terzo è l’empatia o, per dirla con le tue parole, la mindsight nei confronti di qualcun altro. Il quarto consiste nel mettere insieme tutto questo per gestire le relazioni. Quindi è interessante, per me, vedere che parliamo dello stesso territorio visto da angolature leggermente diverse.
Siegel: Assolutamente! E la cosa che più mi entusiasma è che non è mai troppo tardi per sviluppare la mindsight. Io lavoro con persone che hanno anche novant’anni e quello che emerge è che anche a quest’età si può apprendere l’abilità della mindsight.
Goleman: Bene. E come lo osservi? Puoi farmi qualche esempio di persone che apprendono la mindsight?
Siegel: Certo. Be’, la persona a cui sto pensando è una donna che ha più di novant’anni e che è cresciuta in una famiglia in cui nessuno riconosceva veramente le sue emozioni — nessuno mai se ne occupava. Non avevano il cosiddetto linguaggio mentale, cioè il linguaggio che parla della mente.
Goleman: Linguaggio mentale... che genere di parole ci sono nel linguaggio mentale?
Siegel: Ad esempio i pensieri, gli stati d’animo, gli atteggiamenti, le intenzioni. Che cosa pensi? Che cosa speri? Quali sono i tuoi sogni? Queste sono tutte parole che riflettono la mente e bisogna capire se una famiglia le parla veramente. Un’espressione che utilizzo è «dialoghi riflessivi»; mi chiedo: questi genitori instaurano con i figli un dialogo in cui si riflette sulla natura interiore della nostra vita?
Goleman: Daniel, come sarebbe un dialogo di questo tipo? Puoi farmi un esempio?
Siegel: Be’, un esempio potrebbe essere proprio quello della novantenne di cui ti parlavo prima. Se avesse avuto tutto questo da...




