E-Book, Italienisch, 138 Seiten
Reihe: Sírin
Gospodinov E tutto divenne luna
1. Auflage 2018
ISBN: 978-88-6243-387-7
Verlag: Voland
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
E-Book, Italienisch, 138 Seiten
Reihe: Sírin
ISBN: 978-88-6243-387-7
Verlag: Voland
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Un amore di gioventù e la promessa di rincontrarsi a distanza di quarant'anni; un orfano che sceglie come padre il busto di Stalin; due emigrati bulgari che si uniscono in matrimonio alle cascate del Niagara, mentre nel loro paesino d'origine parenti e concittadini partecipano a un pranzo di nozze senza gli sposi; un uomo che si aggira per Lisbona in cerca di una fiamma del passato; una quarantenne che rinuncia ai suoi propositi suicidi a causa dell'attacco alle Torri Gemelle... Diciannove storie scritte in epoche diverse e innescate da invenzioni tematiche e stilistiche brillanti e originali. Diciannove storie in bilico fra sole e luna, fra malinconia e umorismo, che parlano della fragilità della condizione umana per rintracciare il sublime che si disvela nel quotidiano, per ricordarci che è sempre possibile cambiare prospettiva. Se un giorno il sole si smorzasse, come sceglieremmo di impiegare gli ultimi 8 minuti e 19 secondi di vita ancora a nostra disposizione?
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8 MINUTI E 19 SECONDI
Nell’attimo in cui cominci a leggere questo testo il sole potrebbe già essersi arrestato, ma tu ancora non lo sai. Ti sono concessi 8 interi minuti e 19 secondi prima che la notizia della sua morte ti raggiunga. È il tempo che la luce impiega per arrivare di là fino a te. Poi diventerà oscuro. Finora sono trascorsi 9 secondi. Cosa puoi fare? Salta su, raccogli gli oggetti più importanti, cellulare, soldi, carta d’identità. Aspetta un po’, stai partendo per dove? Lascia stare ora queste cose. Telefona alle persone più care, che ancora non sanno nulla. Comunica loro la fine del mondo e i minuti ancora concessi (ormai già meno di 7), dei quali non hanno la benché minima idea. Di’ loro che partano immediatamente, se sono nelle vicinanze... dove?... per stare insieme... non c’è modo di farlo entro 7 minuti. Che rimangano là dove sono e si nascondano sotto il tavolo. Tutto sembra insensato. Non hai alcuna esperienza dell’arresto del sole. Non è come quando va via la luce. Di’ loro che gli vuoi bene e che vi troverete nell’oscurità. Cos’altro? Vuoi gustare per l’ultima volta le cose che ami di più, ma il tempo ti basta appena per prenderti un cucchiaino di marmellata di ciliegie dal frigorifero. Il gatto si è rintanato da qualche parte. Anche lui lo sa. Apri la finestra. Fuori la gente sta sprecando gli ultimi minuti di sole. Vorresti metterti a strillare. Accidenti, non vedete che questa luce non è più la stessa? Non fai neanche questo. E cosa accadrà dopo? Prenderanno a scappar via i pianeti, traboccheranno gli oceani, piomberemo in un eterno gelo artico? Ancora qualche minuto e resteremo nella più fitta oscurità. Sei ancora qui? Contiamo insieme gli ultimi secondi – tredici, dodici, undici (li scrivo apposta in lettere per prolungare il tempo), dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre (tieni duro e addio se non ci vedremo più in seguito), due, uno...
Se leggi anche questa frase vuol dire che il sole non si è fermato. Non ancora. E quando? Lo capiremo precisamente tra 8 minuti e 19 secondi. Sono già meno. Adesso, come persona sopravvissuta a un’apocalisse, ti puoi permettere di contare i secondi di sole. E di dare un’occhiata a questa storia nei rimanenti otto minuti. Ho fatto sì che duri tanto perché finisca giusto in tempo.
...
Una nuvola cominciò lentamente a coprire il cielo. Non era chiaro se dovesse mettersi a piovere o se si trattasse della fine. Erano indescrivibili quei giorni preapocalittici. Caos, gran chiasso, fannulloni a zonzo, famiglie che facevano i bagagli come se dovessero andare da qualche parte. Una singolare fiera di confuso tramestio, un quadro piuttosto di due secoli orsono, Thackeray, Dickens, grida, movimento, baccano, un autentico fervore di vita prima del mortorio che si stava appressando. E, malgrado le precedenti profezie non realizzatesi (ben due tentativi falliti di apocalisse), ora sembrava proprio che tutto ci stesse conducendo, in maniera sempre più convincente, verso l’epilogo. E ormai non lo si poteva più nascondere. Perfino la comparsa di due veterani di fama mondiale – il signor Obama, già incanutito, e la signora Merkel, questa anziana di acciaio, non aveva portato cambiamenti significativi. Entrambi avevano promesso che la fine del mondo sarebbe stata tenuta sotto controllo e rimandata il più possibile. La “fine del mondo sotto controllo”, non ci può essere niente di più ridicolo. L’Apocalisse in gocce.
Tutti aspettavano il Tramonto dell’ultimo giorno, così si era deciso di battezzarlo. Si diceva che il tramonto sarebbe stato di una bellezza disumana, come un’eutanasia, come un’anestesia cui sarebbe seguita la fine. C’erano anche alcuni scettici, sopravvissuti già a diverse apocalissi rimandate. Gente più che altro infastidita da un’infinità che si prolungava così tanto. In generale tutti avevano iniziato a seccarsi, e del resto la vita sulla terra non era poi così attraente. Ma in un modo o nell’altro, nel giorno stabilito, per forza d’abitudine o per qualche istinto residuo, ognuno si era preoccupato di nascondersi nei vecchi rifugi antiaerei del secolo scorso oppure di sprangarsi dentro la cantina. I ricchi in speciali capsule sotterranee.
D.J. aveva deciso di aspettare la fine nella cittadina di Z. Arrivò in anticipo per gironzolare tra le vecchie strade, per godere del trambusto generale. Aveva lavorato tutta la vita con i tramonti. Trasformo in soldi il loro oro, come amava dire scherzosamente (sempre più di rado) negli incontri sempre meno frequenti con gli amici. I tramonti gli davano da mangiare, da fumare e una grande notorietà. Era un fotografo che sapeva scrivere, nel complesso una combinazione rara in questa professione, e le belle pubblicazioni lo avevano affascinato sin da giovane. E proprio dalla cittadina di Z., molti anni prima, era cominciata la sua carriera di esperto nella valutazione dei tramonti. Sì, esisteva una simile professione, e lui ne era stato il fondatore. In un certo senso era successo per caso. Lo avevano mandato a Z. per fotografare un lago prealpino e le folaghe in estinzione della zona. Terminò il suo lavoro in poco tempo, ma quelli del posto lo supplicarono di rimanere fino a sera per assistere al “terzo più bel tramonto del mondo”. In seguito si era meravigliato di aver accettato, aveva poco più di vent’anni e nutriva ben altre ambizioni, ben diverse dalle folaghe e dai tramonti. Lo aveva incuriosito quel “terzo più bel tramonto del mondo”, che idiozia! Chiese quali fossero al primo e al secondo posto. Non lo sapevano. A loro bastava il terzo, Z. non è certo Copacabana. Il tramonto era un’attrazione gratuita che la cittadina aveva già cominciato a far fruttare. Durante il tramonto un battello speciale, a tariffa doppia, navigava tra una riva e l’altra del lago. I dépliant turistici sottolineavano senza imbarazzo, apparentemente con una certa sorridente ironia, il terzo posto nella classifica mondiale. Ma chi le determina queste graduatorie?, borbottò dentro di sé D.J. E di colpo gli venne l’idea che avrebbe potuto essere lui a deciderle. Ci sono esperti delle acque, dell’aria, della nafta e dei minerali utili, certo in questi settori abbondano specialisti e cospicue risorse finanziarie ma, guarda un po’, non ci sono intenditori di tramonti. E chiunque può attribuirsi titoli di ogni genere. Lo decise quasi per scherzo, perché mai non provarci? Ma sì! Bisogna che qualcuno si occupi di queste classifiche. Che vada in giro, faccia confronti, inventi criteri appropriati, una terminologia relativa ai tramonti. Il Premio Sunset House, servizi di informazione e consulenza...
Non si aspettava di aver successo così facilmente, davvero come per gioco. Le città facevano a gara per invitarlo in qualità di valutatore dei loro tramonti. Gli passavano in nero somme notevoli. Assegnava punteggi, definiva i diversi rating. Non poteva credere che un tramonto locale potesse scatenare simili passioni. Le aziende di turismo, il localpatriottismo e gli uomini d’affari si gettarono nell’impresa, c’erano vantaggi per tutti. Era sbalordito nel constatare fin dove sarebbe potuto arrivare e pensava di organizzare le iniziative per testare i limiti dello scherzo, eppure gli andava sempre tutto bene. In particolare quando annunciò il campionato europeo dei tramonti. Potevano sul serio abboccare a una simile assurdità? Subito da entrambe le Americhe e dall’Africa offrirono ingenti somme per patentare l’idea. E presto il campionato divenne mondiale. Prima che se ne rendesse pienamente conto, l’iniziativa aveva superato di gran lunga tutte le sue attese, e anche i suoi desideri. Non concedeva interviste, cominciò a irritarsi per titoli come Il magnate dei tramonti, L’impero in cui il sole tramonta sempre, Lo sceicco dell’oro rosso, Il celeste D.J. e cretinate simili. Decise che era tempo di smetterla, affidò tutta l’impresa a due amici e si levò di mezzo. In men che non si dica erano passati venti anni. Il mondo aveva iniziato a guastarsi come un vecchio che, malgrado tutte le possibili operazioni plastiche, non era più capace di mentire riguardo allo stato avanzato del suo disfacimento.
Camminava per le strade di Z., città dove aveva cominciato a monetizzare i tramonti. Oggi era il giorno adatto e, se doveva capitare qualcosa, avrebbe visto qui l’ultimo tramonto. Aveva alcune ore a disposizione, le vie erano quasi deserte. Un tale, con una tuta da sommozzatore in neoprene, tentava di correre pesticciando con le pinne sul marciapiede. Era certamente uscito per poco e temeva lo sorprendesse un acquazzone per strada. A ogni buon conto portava anche un arpione. Più in alto, in una piazzetta ai piedi di un’altura, uno dei profeti del Tramonto degli ultimi giorni pronunciava frasi insensate e gridava verso i passanti, sempre più rari, che si affrettavano a tornare a casa:
– Dove state correndo, pipistrelli infelici. Da cosa state scappando?... Avete forse paura del sole? Venite verso le illuminazioni celesti, fifoni. Non ci sarà un’altra volta... E non lo trasmetteranno sui vostri televisori scassati. Non avete capito, fessacchiotti, che ogni tramonto è una parabola dell’Apocalisse... Un quadretto troppo kitsch, eh, snob del cavolo? Ora non saranno colori, ma sangue a gocciolare dalle nuvole, perché l’agnello è stato sgozzato, come è scritto, idioti da centro commerciale. Ogni sera è la stessa Vergine a sanguinare dall’alto, questa è la verginità, depravati. Non ci sono innocenti tra di voi. Dove vi siete nascosti? L’agnello è già stato sgozzato e il suo sangue discende per sette fiumi. Cos’hai da guardare, tu laggiù?...
D.J. sorrise involontariamente, il profeta gridava rivolto verso...




