E-Book, Italienisch, 406 Seiten
Reihe: Sotterranei
Lipsky Come diventare se stessi
1. Auflage 2022
ISBN: 978-88-3389-358-7
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
David Foster Wallace si racconta
E-Book, Italienisch, 406 Seiten
Reihe: Sotterranei
ISBN: 978-88-3389-358-7
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
David Foster Wallace (1962-2008) è stato uno degli esponenti più significativi della letteratura americana degli ultimi trent'anni. Con libri come Infinite Jest, La ragazza dai capelli strani, Una cosa divertente che non farò mai più ha saputo rivoluzionare la narrativa e la saggistica contemporanea, guadagnandosi la stima della critica e l'amore dei lettori. All'indomani dell'uscita americana di Infinite Jest, invitato dalla rivista Rolling Stone a scrivere un lungo articolo su Wallace, il giornalista David Lipsky trascorse cinque giorni ininterrotti al suo fianco, viaggiando con lui per centinaia di chilometri, assistendo ai suoi reading, alle lezioni del suo corso di scrittura, ma soprattutto impegnandolo in una conversazione personale e profonda su letteratura, politica, cinema, musica e sugli aspetti più privati della sua vita, compresi il rapporto con le droghe e la battaglia contro la depressione. Questa è la fedele trascrizione del materiale registrato all'epoca: il ritratto in presa diretta di un indimenticabile maestro della letteratura. Da questo libro è stato tratto il film The End of the Tour con Jason Segel e Jesse Eisenberg.
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Come diventare se stessi
PRIMO GIORNO
CASA DI DAVID
MARTEDÌ PRIMA DELLA LEZIONE
IN SALOTTO A GIOCARE A SCACCHI
I CANI PASSEGGIANO AVANTI E INDIETRO SUL TAPPETO
5/03/1996
Dato il mio livello di stanchezza e il mio tasso di incasinamento negli ultimi tempi, è l’unico modo in cui mi sembra di poter fare questa cosa senza impazzire.
[Drone – uno dei suoi due cani – sta mordicchiando la sedia su cui è seduto David.
Ora il suo numero di telefono non è più sull’elenco, per via dei fan.]
Non so se sia la parola più adatta...
[Guarda le librerie... Aveva già una scacchiera pronta, ed è ansioso di giocare. Quindi giochiamo.]
Quando avevo venticinque anni, probabilmente era questo che volevo. Ma adesso... non ci tengo granché. Cioè, sono orgoglioso del libro, sono felice che il libro stia ricevendo attenzione. Ma il fatto che si parli di me, primo: mi mette a disagio, e secondo: mi fa male, perché mi rende troppo insicuro quando scrivo. E non ho proprio bisogno di ulteriore insicurezza. Cazzo, guarda... già mi ci vuole un sacco di tempo per prendere il ritmo. Sinceramente non lo so, come dire, che piega prenderanno gli eventi, adesso. Oh, cazzo!
Little, Brown ha comprato i diritti del romanzo sia per l’edizione cartonata che per il tascabile. Penso che potrei mettermi in tasca un bel po’ di soldi se mi facessi dare l’anticipo per il prossimo libro, ma non ne sono capace, quindi...
[Non gli interessa prendere soldi già ora per i romanzi successivi, e gli amici gli hanno detto che è l’atteggiamento più sano. Gli parlo di alcuni miei amici – gente che conosce anche lui – che hanno firmato contratti mentre erano ancora occupati a promuovere libri di successo.]
È incredibile. Io invece sono fatto così, non riesco proprio a farmi dare dei soldi per una cosa finché non è finita. Quindi praticamente su quel piano sono . Mi ci sono già scottato in passato, non lo posso proprio fare.
Per questo libro non avevo scelta, più o meno era già in cantiere. Dovevo fare così tante ricerche che , letteralmente, insegnare e scrivere allo stesso tempo. Quindi ho deciso di ingoiare il rospo e fare così. Ma mi sarei divertito molto di più se non ci fossero stati i soldi di mezzo.
[La radio è sintonizzata su una stazione di musica pop, quella del college della zona. È un’infinità di tempo che non sento questa canzone, «It’s the One Thing» degli INXS. David annuisce e dice che gli piace molto la loro «Don’t Change».]
Sai, fra i venti e i trent’anni ho passato un periodo tremendo. Pensavo: No, no, sono uno scrittore geniale, tutto quello che scrivo dev’essere geniale, bla bla bla bla, e ho passato tre o quattro anni totalmente chiuso in me stesso, infelice. Ecco, per me il semplice fatto di non ripassare per quella fase lì vale tutti i soldi del mondo. Mi rendo conto che sembra una fesseria buonista o una dichiarazione fatta apposta per i media. Ma è la pura verità.
Avevo ventott’anni all’epoca, e non ripassarci significa non prendere l’anticipo per un libro prima di averlo finito. Per quanto mi riguarda, sono soldi ben spesi.
Gli studenti della specializzazione ne sono vagamente consapevoli, credo.
Secondo me i ragazzi del Midwest sono diversi da quelli della East Coast. È abbastanza inevitabile che leggano e . Quindi penso che certe cose più o meno le sappiano. Ma divento così odioso quando cominciano a parlarne in classe, che ormai praticamente li ho spaventati e non tirano più fuori l’argomento.
Perché è nocivo per loro e nocivo per me. Quel corso è la mia... Insomma, io vado lì per imparare, non per parlare di quello che scrivo. E sono lì... quando insegno, sono lì in veste di lettore, non di scrittore. E più... è estremamente sgradevole, più... ehm, più sono lì a incarnare in qualche modo il personaggio dello scrittore...
C’è uno strano tranello alla base dei laboratori di scrittura creativa: ti fanno credere che in qualche modo l’insegnante ti spiegherà... ti spiegherà esattamente come si fa a fare quello che fa lui. Ecco perché questi corsi cercano di accaparrarsi tutti gli scrittori più famosi e più quotati. Writers wraters Come se essere bravi come scrittori c’entrasse qualcosa con l’essere bravi come insegnanti. Io non la vedo così. Conosco troppi ottimi scrittori che come insegnanti fanno schifo, e viceversa, per vederla così. Però è anche vero che insegnare... be’, che insegnare mi ha aiutato molto a migliorare come scrittore... Quindi forse adesso ho un po’ cambiato idea. Comunque, spesso agli scrittori interessa preservare il più possibile il loro tempo.
[Mentre gioca a scacchi canticchia a bocca chiusa; non è fenomenale come scacchista; a canticchiare a bocca chiusa, però, se la cava molto bene.]
Be’, non è che questa mossa sia stata una grande svolta per me, eh?
Merda. Ok, abbiamo tempo solo per un’altra mossa ciascuno e poi dobbiamo andare. Mi devo lavare i denti.
Il lavoro [alla Illinois State University] l’ho accettato per l’assicurazione sanitaria.
[Armadietto del bagno: un sacco di tubetti di dentifricio Topol. (Fuma.)
Cani: Drone è «un cane provvisorio: è comparso dal nulla un giorno mentre facevamo jogging», e l’hanno tenuto con loro.]
Una strana sensazione del tipo «Oddio no, ho sbagliato tutto nella vita, in questo momento dovrei fare l’assicuratore a Oshkosh». [Stiamo parlando di John Barth, e di altri scrittori che hanno avuto problemi. Una sensazione improvvisa di non essere nel posto giusto. Un tipo di angoscia che lui ha provato prima di .] Credo che capiti a un sacco di scrittori.
[Ha studiato all’Arizona State University. Ci insegnava Edward Abbey... Più di tutti l’ha aiutato Robert Boswell...]
Ero talmente intrippato con Barth che sapevo che sarebbe stata una cosa abbastanza grottesca. [Sul perché non poteva iscriversi e non si è iscritto alla Johns Hopkins. Il racconto più lungo del suo secondo libro è tutto ispirato a Barth.]
***
IN MACCHINA, LA MIA GRAND AM PRESA A NOLEGGIO
DIRETTI A LEZIONE
Allora, la cosa è questa: tu dovrai metterti seduto da qualche parte, non puoi neanche stare nel mio ufficio, perché dovrò dirne quattro a un sacco di persone. E devo anche fare in fretta: domani ci tocca alzarci alle cinque di mattina. Ecco qual è il casino: è che questi poveri ragazzi sono due settimane che non li vedo. E tutti avranno varie questioni da discutere. [È ipersensibile quando si tratta di qualunque tipo di performance.] Di solito sono un insegnante molto migliore di così. Giuro su Dio.
No.
Il reading alla Tower Books... di quello non è che sono tanto contento. Prima di cominciare mi sale sempre l’ansia, e l’ansia mi fa stare malissimo: è quella la cosa che non mi piace. E poi le cose che scrivo secondo me non rendono tanto bene lette a voce alta. E mi sembra di avere l’aria di un pazzo maniaco. Fondamentalmente leggo le cose che mi stampano a caratteri ingranditi. Ogni anno faccio un paio di reading nelle università. Gli mando dieci cose e loro ne scelgono cinque e me le stampano ingrandite.
Alla Tower ho letto qualcosa something sumpin’ di diverso solo perché tra il pubblico c’era una tipa incredibilmente carina che scrive per , e di sicuro non le andava di sentire la stessa roba due volte, quindi ho mandato totalmente a puttane il programma originario. E poi non l’ho più rivista.
[Al reading di David al KGB – un locale a tema sovietico nella parte bassa di Manhattan – era presente la scrittrice Elizabeth Wurtzel. Era in piedi in prima fila. Scopriamo di conoscerla entrambi.]
Non so come ha fatto Elizabeth... in pratica ha rimediato il posto migliore del locale, usando doti che probabilmente ha solo lei. Ah, è una veramente in gamba. È una brava persona. Una gran brava persona.
Quando abbiamo diciott’anni, ci rendiamo conto che... c’è sempre una parte di noi che vuole diventare presidente. E c’è anche una parte che vuole scoparsi qualunque persona attraente del sesso che preferiamo. Cioè, insomma... Solo che secondo me lei dovrebbe stare più... non è un caso che sia sempre depressa. Non lo so. Forse è solo che proietto un sacco di roba strana su di lei...
***
LEZIONE DI DAVID
CORSO DI «PROSA AVANZATA»
[Dave non vuole registratori. Ma non gli dà fastidio che si prendano appunti.]
Neon, banchi, cestini di metallo per la carta straccia, odore di anfibi, odore di maglioni, orologio a muro, grosso tavolo al quale David non si siede molto spesso. Quindici allievi. Le femmine siedono, come in una vecchia sinagoga, un po’ in disparte dai maschi. David porta ai piedi delle Frye e in testa una bandana...