E-Book, Italienisch, 327 Seiten
Reihe: Cose spiegate bene
Sofri COSE Spiegate bene. Ogni quattro anni
1. Auflage 2024
ISBN: 978-88-7091-792-5
Verlag: Iperborea
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
E-Book, Italienisch, 327 Seiten
Reihe: Cose spiegate bene
ISBN: 978-88-7091-792-5
Verlag: Iperborea
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Ogni quattro anni ci sono le elezioni presidenziali statunitensi (anche le Olimpiadi, ma di quelle COSE Spiegate bene si è già occupato): mezzo mondo comincia a parlarne mesi e mesi prima, ripetendo regole e procedure che non si capiscono mai abbastanza, e descrivendo contesti che cambiano di continuo. Ci sono quindi molte cose utili da conoscere, perché si tratta ancora, piaccia o no, dell'elezione del leader più potente del mondo nel paese più potente del mondo. Ma si tratta anche di storie, vite, questioni, che ci sono culturalmente vicinissime anche con un oceano in mezzo: di cui leggiamo sui giornali italiani, ma ormai anche su quelli americani così accessibili, e che vediamo raccontate nei film e nelle serie tv. Questo numero di COSE Spiegate bene si occupa della politica degli Stati Uniti, e del paese regolato da quella politica: le storie di presidenti ed elezioni notevoli, l'organizzazione delle istituzioni, la questione razziale, le trasformazioni economiche e sociali, la radicalizzazione delle posizioni dei partiti. E anche altri temi di rilevanza significativa nella discussione politica, come la scuola, la religione, l'assistenza sanitaria. Insieme a storie ignote, spesso difficili da credere da qui, e sempre utili da conoscere.
Weitere Infos & Material
Com’è che Democratici e Repubblicani si adattano ai tempi
Sono da sempre le due forze politiche principali degli Stati Uniti: oggi hanno identità ben distinte, ma in secoli di storia sono cambiate molte cose
Da secoli la politica statunitense gira intorno a due partiti, Democratico e Repubblicano, ai quali oggi può sembrare facile attribuire posizioni ben precise: i Repubblicani sono conservatori e difendono i valori tradizionali, mentre i Democratici sono più aperti e progressisti. Siamo abituati a pensare, per esempio, che chi è favorevole al possesso di armi e contrario all’immigrazione dai paesi dell’America Latina voterà per i Repubblicani, mentre chi sostiene il diritto all’aborto o appartiene alla comunità Lgbtq+ sia vicino ai Democratici. In molti casi è vero, ma non sempre, e non è sempre stato così.
Cambiamenti politici e sociali hanno trasformato i due grandi partiti statunitensi, che inizialmente sostenevano posizioni praticamente opposte rispetto a quelle attuali: nella seconda metà dell’Ottocento il partito Democratico era di gran lunga il più conservatore, mentre i Repubblicani volevano abolire la schiavitù ed erano favorevoli alla creazione di un governo centrale forte e molto presente nella vita dei cittadini (oggi è il contrario).
La storia dei partiti politici statunitensi si intreccia inevitabilmente a quella degli Stati Uniti, e comincia nella seconda metà del Settecento. I primi abitanti che dal Regno Unito si insediarono sulla costa orientale del paese erano contrari alla creazione di un sistema politico basato sui partiti, consapevoli delle difficoltà e del caos che questo aveva creato in Europa. Nel corso del XVII secolo infatti nelle isole britanniche si erano combattute diverse guerre civili tra i tre regni di Inghilterra, Scozia e Irlanda, che ebbero al centro i rispettivi poteri, la persistenza o meno delle monarchie e il ruolo della Chiesa: fu un periodo molto sanguinoso e turbolento, che iniziò proprio a causa delle divisioni tra parlamentaristi e monarchici sulla forma di governo da adottare e sul ruolo della religione. Quell’esperienza fu tra i fattori per cui da allora e ancora oggi la questione centrale che attraversa ogni questione politica americana è: quanto potere al governo centrale, quanto potere ai singoli stati.
La Costituzione degli Stati Uniti, scritta nel 1787, non contiene alcun riferimento all’eventuale formazione di partiti politici.
Il passaggio però si rivelò inevitabile, e anzi le prime divisioni nacquero proprio in merito all’approvazione della Costituzione: da un lato si posero i Federalisti, favorevoli alla ratifica del testo e alla creazione di un forte governo centrale, e dall’altro gli anti-Federalisti, poi diventati Democratici-Repubblicani, che invece chiedevano di modificarlo in modo da attribuire maggiori poteri ai singoli stati.
Il partito Democratico-Repubblicano prevalse presto, facendo scomparire quello Federalista, e nella prima metà dell’Ottocento subì una scissione che creò i presupposti del sistema moderno. Andrew Jackson, eletto presidente nel 1828 e poi nel 1832, fondò il partito Democratico, mentre dall’altro lato nacque il Whig Party, il predecessore del partito Repubblicano, che fu fondato ufficialmente nel 1854. In quel momento i Democratici, radicati soprattutto negli stati del Sud, sostenevano l’autonomia degli stati e la schiavitù, fondamentale per le grandi economie agricole. I Repubblicani invece, presenti in gran parte al Nord, erano a favore del sistema federalista e di un governo centrale che sostenesse l’industria capitalista locale e contrari allo schiavismo.
Nel corso della campagna elettorale per le elezioni del 1828, gli oppositori di Jackson iniziarono a riferirsi a lui con il termine dispregiativo , traducibile con «asino» o «somaro». Arriva da qui quello che ancora oggi è il simbolo del partito Democratico: un asino Il partito Repubblicano invece iniziò a essere associato al proprio simbolo, un elefante, durante la Guerra civile, dato che alcuni suoi esponenti adottarono il modo di dire «vedere l’elefante», usato per riferirsi a esperienze impegnative o combattive. La rappresentazione fu interpretata come ufficiale solo a partire dal 1874, quando venne usata per la prima volta in una vignetta pubblicata sulla rivista : nel disegno si vede un elefante, indicato come simbolo del «voto repubblicano», che sta per cadere da un dirupo. Thomas Nast, l’autore della vignetta, continuò a usare l’elefante come simbolo del partito Repubblicano in altre vignette, trasformandolo così nel simbolo del partito.
I due partiti si sfidarono per la prima volta nelle elezioni del 1856, vinte dai Democratici. Quattro anni dopo, però, fu eletto un Repubblicano che avrebbe cambiato per sempre la storia degli Stati Uniti: Abraham Lincoln, ricordato per aver formalmente abolito la schiavitù e messo fine alla Guerra civile che divise il paese tra il 1861 e il 1865.
Dopo la fine della Guerra civile iniziò un lungo periodo di predominanza del partito Repubblicano. Tra il 1860 e il 1932 i suoi candidati vinsero quasi tutte le elezioni presidenziali, con le sole eccezioni dei mandati di Grover Cleveland, alla fine dell’Ottocento, e Woodrow Wilson, durante la Prima guerra mondiale. I Repubblicani erano radicati nelle città del Nord, che stavano attraversando un periodo di forte sviluppo urbano e industriale, e il partito divenne presto il difensore degli interessi delle imprese e delle attività commerciali. I Democratici, presenti soprattutto a Sud, rimasero invece un partito sostanzialmente rurale, che voleva difendere le persone comuni dalla crescente influenza delle grandi industrie e continuava a sostenere i princìpi dello schiavismo e la necessità di separare i neri dai bianchi nella società.
Era un periodo storico molto particolare, in cui prevaleva una generale ostilità all’integrazione tra gruppi etnici diversi: nonostante la schiavitù fosse stata formalmente abolita nel 1865, molte altre forme di discriminazione razziale rimasero in vigore. Nel 1896 la Corte suprema statunitense emanò una tra le sue sentenze più controverse: stabiliva il concetto di , secondo cui i bianchi e i neri dovevano rimanere separati, pur mantenendo gli stessi diritti. Nella pratica, la prima parte della frase fu molto più rispettata della seconda. Gli abusi continuarono per quasi un secolo e negli stati del Sud si diffusero le leggi chiamate «Jim Crow» dal nome di un personaggio di fantasia usato con accezioni razziste, che contribuirono a sistematizzare la segregazione razziale per i neri e per i membri di altri gruppi etnici diversi dai bianchi.
Nei primi anni Trenta la storia dei due partiti statunitensi cambiò. Era il periodo della Grande Depressione, iniziata nel 1929 e ancora oggi considerata la più grande crisi economica dell’Occidente moderno. Nel 1932 fu eletto presidente il Democratico Franklin Delano Roosevelt: il suo New deal, un enorme pacchetto di riforme pensato per rilanciare l’economia, favorì una forte espansione del governo federale, promuovendo la costruzione di nuove infrastrutture e la creazione di moltissimi posti di lavoro. Il partito Democratico venne associato a un pensiero molto più progressista, basato sullo sviluppo del e sulla regolamentazione delle attività delle imprese. Roosevelt rimane tuttora l’unico presidente a essere stato rieletto per ben quattro volte (il limite di due mandati fu introdotto nel 1951).
A partire dagli anni Trenta del Novecento il partito Democratico riuscì quindi a imporsi sulla scena politica nazionale, ma presto avrebbe dovuto affrontare una nuova divisione interna, relativa questa volta ai diritti civili. La società statunitense continuava a trasformarsi, e l’arrivo della Seconda guerra mondiale cambiò ancora la situazione, soprattutto per quanto riguarda la composizione demografica del paese: nella seconda metà del secolo molti afroamericani si trasferirono dal Sud al Nord, sia per cercare nuove opportunità lavorative nelle fabbriche delle grandi città del Midwest che per sfuggire all’oppressione delle leggi Jim Crow.
Nel 1954 un’importante sentenza della Corte suprema, la , ordinò la desegregazione delle scuole. Iniziò il periodo delle lotte per i diritti civili, guidate da persone diventate note in tutto il mondo, come Martin Luther King Jr., uno tra i più importanti e influenti attivisti politici del Novecento, e Rosa Parks, la donna afroamericana che nel 1955 si rifiutò di cedere il suo posto su un autobus a una persona bianca a Montgomery, in Alabama, provocando molte proteste.
In quel momento i Repubblicani continuavano a essere il partito più vicino agli afroamericani, e i Democratici si ritrovarono in una posizione scomoda: da un lato le proteste per i diritti civili erano diventate troppo grandi per essere ignorate, dall’altro il loro elettorato al Sud era ancora in gran parte formato da persone bianche, conservatrici e favorevoli alla segregazione. Alcuni Democratici del Sud, contrari alla svolta tollerante verso la quale il partito si stava indirizzando, si separarono e fondarono il partito dei Dixiecrat, che però ebbe vita breve e non...