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E-Book, Italienisch, 184 Seiten

Vicari / Caprioglio Corpi senza peso

Storie di bambini e ragazzi con anoressia e di una guarigione possibile
1. Auflage 2016
ISBN: 978-88-590-1131-6
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Storie di bambini e ragazzi con anoressia e di una guarigione possibile

E-Book, Italienisch, 184 Seiten

ISBN: 978-88-590-1131-6
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



Corpi senza peso racconta le storie di Cecilia, Serena, Diego, Alessia e Matilde che, a un certo punto della loro giovane vita, si ritrovano a fare i conti con un pensiero fisso che li sovrasta e li «possiede», svuotandone i corpi, minandone la giovinezza e sconvolgendo le loro famiglie: l'anoressia. Dall'altra parte della scena, il loro medico: un uomo la cui energia, sferzante e verace, portatrice di un principio di realtà severo ma comprensivo, sembra stridere con le vite dolenti che cerca di aiutare. Eppure, proprio grazie a questa intensità e determinazione, la stessa con cui vive i suoi amori e le sue sfide personali, egli tenterà, insieme alla sua équipe, di mostrare ai suoi giovani pazienti il vero volto della malattia, guidandoli all'inizio del viaggio verso una guarigione possibile, restituendo ai loro corpi il peso del senso e del desiderio che rifuggivano.

Stefano Vicari È Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile alla Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Primario presso l'Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Socio fondatore dell'Istituto di Neuropsichiatria ReTe, Ricerca e Terapia in Età evolutiva, Roma, è membro di commissioni ministeriali sul tema della salute mentale in età evolutiva. Ilaria Caprioglio Avvocato, è autrice di romanzi e saggi. Sostiene iniziative sociali rivolte ai giovani e promuove, nelle scuole italiane, progetti di sensibilizzazione sugli effetti della pressione mediatica e sulle insidie del web. È vice-presidente dell'associazione Mi nutro di vita, ideatrice della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro i disturbi del comportamento alimentare.
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Introduzione


I disturbi del comportamento alimentare, DCA, costituiscono un insieme di disturbi psichiatrici causati da più fattori, che tendono a manifestarsi in modo estremamente variabile, specie in età evolutiva. Infatti, accanto a forme lievi e temporanee legate a momenti particolari dello sviluppo come, ad esempio, lo svezzamento e il passaggio all’alimentazione autonoma, si possono manifestare quadri di eccezionale gravità con forte impatto sullo sviluppo fisico e psicologico del bambino e un rischio di morte particolarmente elevato.

Il nuovo Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5®, APA, 2013), nel tentativo di formulare una sintesi efficace delle condizioni cliniche più frequenti nelle diverse fasce d’età, ha recentemente ridefinito la classificazione dei DCA individuando sei differenti gruppi: Pica, Ruminazione, Disturbo Alimentare di Evitamento o Restrizione del cibo (Avoidant/Restrictive Food intake disorder), Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN) e Disturbo di Alimentazione Incontrollata (DAI).

Pica si riferisce all’ingestione persistente, per un periodo di almeno un mese, di sostanze non nutritive e non commestibili, inappropriata rispetto al livello di sviluppo dell’individuo, mentre la Ruminazione descrive il ripetuto rigurgito del cibo per un periodo di almeno un mese. Il cibo rigurgitato può essere rimasticato, nuovamente ingerito o sputato.

Il Disturbo Alimentare di Evitamento o Restrizione del cibo è definito come il mancato rispetto di un appropriato fabbisogno nutritivo e/o energetico associato a una significativa perdita di peso (o mancato raggiungimento del peso e della crescita previsti nei bambini), una significativa carenza nutrizionale, la dipendenza da nutrizione enterale o supporti nutrizionali orali (integratori) e una marcata interferenza con il funzionamento psicosociale del bambino.

L’Anoressia Nervosa si manifesta, invece, con una restrizione nell’apporto energetico rispetto al fabbisogno, che determina un peso corporeo significativamente basso rispetto a quello previsto per età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica; un’intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, o un persistente comportamento che interferisce con il recupero del peso, anche in caso di peso significativamente basso, e un’alterazione nel modo in cui viene percepito il proprio peso o la forma del proprio corpo, un’eccessiva influenza del peso e della forma del corpo nella valutazione di sé, o una persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale basso peso corporeo.

La Bulimia Nervosa è caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate con la frequenza di almeno una volta alla settimana per tre mesi; continui comportamenti di compenso inappropriati allo scopo di prevenire l’aumento del peso, come il vomito autoindotto, l’uso di lassativi, diuretici, clisteri o altri farmaci, il digiuno o l’eccessivo esercizio fisico. Inoltre la stima di sé è eccessivamente influenzata dal peso e dalla forma del corpo.

Il Disturbo di Alimentazione Incontrollata è definito da ricorrenti episodi di abbuffate che si caratterizzano per tre o più dei seguenti criteri: mangiare più rapidamente del normale, mangiare fino a che non ci si sente spiacevolmente pieni, mangiare una quantità di cibo notevolmente maggiore rispetto alla sensazione fisica di fame, mangiare da solo a causa di sentimenti di imbarazzo per come si sta mangiando, sentirsi disgustato da se stesso, depresso o in colpa dopo l’abbuffata. È presente un marcato disagio riguardo agli episodi di abbuffata che si verificano, mediamente, almeno una volta la settimana nell’arco di tre mesi.

È evidente, quindi, come il disturbo del comportamento alimentare costituisca, in realtà, un complesso insieme di disturbi mentali. L’età d’esordio si colloca, generalmente, tra i 15 e i 19 anni, ma di recente sono diventate sempre più frequenti le forme a esordio precoce con nuovi casi di Anoressia già a partire dai 9 anni. L’esperienza clinica di questi ultimi anni dimostra come una diagnosi e un intervento precoce siano in grado di migliorare decisamente l’outcome, con tassi di risoluzione che, in età evolutiva, possono arrivare fino al 70-90% dei casi.

Il trattamento dei DCA è molto complesso e va dal ricovero ospedaliero, nelle forme più gravi e acute, a quello ambulatoriale o in centri specializzati per le forme meno severe o croniche. Il recupero del peso e delle condizioni fisiche costituisce l’obiettivo principale dell’intervento nelle situazioni d’emergenza, insieme a una rieducazione alimentare e alla costruzione di una più solida motivazione alle cure e al cambiamento; la psicoterapia individuale e/o familiare e il trattamento psicofarmacologico completano l’intervento terapeutico e costituiscono la base del trattamento a lungo termine.

L’Anoressia Nervosa è certamente il disturbo alimentare più frequente in età evolutiva e i dati epidemiologici sono davvero allarmanti. Infatti, la prevalenza lifetime dell’Anoressia Nervosa viene stimata tra lo 0,2 e l’1%, mentre quella della Bulimia Nervosa tra lo 0,5 e il 3%. Considerando solamente la fascia adolescenziale (13-17 anni) il National Institute of Mental Health (NIMH) indica, in questa fascia d’età, una prevalenza nell’arco di vita dei disturbi alimentari nel loro complesso del 2,7%.

Si tratta, pertanto, di un disturbo frequente soprattutto in età evolutiva.

La causa dei DCA è certamente legata a molti fattori di natura biologica, psicologica e socio-culturale. Fattori genetici rappresentati da un’alta familiarità del disturbo e particolari stili temperamentali quali ossessività, rigidità cognitiva e tendenza al perfezionismo, disregolazione dell’umore, ma anche una consapevolezza enterocettiva alterata, sono caratteristiche frequenti nei bambini che sviluppano un DCA. In alcuni casi, poi, è possibile rintracciare nelle persone con un DCA un vero e proprio disturbo d’ansia generalizzato o un Disturbo Ossessivo-Compulsivo e, in epoca più precoce del loro sviluppo, prima cioè che il DCA si manifesti, Disturbi di Ansia da Separazione o Fobia Sociale.

Infine, tra i fattori di rischio socio-culturali va sottolineata l’idealizzazione della magrezza, che può essere evidente anche in età estremamente precoce. Le dinamiche psicologiche all’interno dell’ambiente familiare sono, poi, estremamente rilevanti, specie in età evolutiva, perché possono ostacolare il processo di separazione e di autonomia, bisogno tipico di questa fascia di età.

All’interno dell’ambiente familiare, inoltre, l’approccio critico con il cibo e un rapporto enfatizzato con l’immagine del proprio corpo da parte di uno o di entrambi i genitori possono costituire un fattore di rischio, anche se non determinante, per la comparsa di un DCA in bambini e adolescenti. Va peraltro sottolineato come i DCA riconoscano sempre meno una distinzione di genere o di generazione: ormai sono molte le donne, ad esempio neo-mamme, che si ammalano di Anoressia Nervosa come le donne in menopausa che soffrono di Bulimia Nervosa o di Disturbo da Alimentazione Incontrollata. Allo stesso modo vi sono uomini ossessionati da un’alimentazione eccessivamente selettiva o «affamati di muscoli» che trasmettono, attraverso l’esempio, stili di vita errati ai propri figli.

Genitori, quindi, incapaci di offrire modelli di riferimento alternativi a quelli imposti dalla pressione mediatica che identificano la bellezza con la magrezza nelle donne e con la muscolosità negli uomini; adulti vittime dell’imperante diktat del giudizio estetico per i quali l’aspetto è divenuto la misura principale del proprio valore. È complicato per un giovane cresciuto in un simile contesto affrancarsi, con spirito critico, dall’odierna dittatura della «thinspiration», un movimento nato in America a fine anni Novanta che promuove la correlazione positiva fra sottopeso e accettazione sociale, che permea il mondo del web e la sottocultura del narcisismo. Come è complicato fronteggiare le costanti richieste di genitori esigenti che lo esortano a eccellere in tutti i campi per eguagliare la perfezione di modelli presunti vincenti. Negli Stati Uniti, per fotografare questo fenomeno, è stato coniato il termine «overparenting».

È diventata un’esigenza improcrastinabile creare una «controcultura della differenza» capace di valorizzare le peculiarità corporee di ognuno per contrastare l’odierna omologazione estetica.

Questo è uno fra gli scopi perseguiti dalle associazioni impegnate nella lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare che aderiscono alla Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, nata nel 2012 con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sui DCA, anche attraverso la testimonianza di coloro che hanno sofferto e soffrono di DCA e dei loro familiari. La Giornata, estesa a sempre più città a partire dal suo anno di fondazione, si celebra il 15 marzo in memoria di Giulia, figlia del presidente dell’associazione Mi nutro di vita, su tutto il territorio italiano, grazie a una rete nazionale di associazioni (si veda l’Appendice 1).

Storie di bambini e ragazzi con anoressia e del loro medico


Questo libro vuole raccontare il disturbo del comportamento alimentare e, in particolare, l’Anoressia Nervosa attraverso la narrazione diretta dei protagonisti: bambini e ragazzi che, in qualche momento del loro percorso di vita, si ritrovano a fare i conti con un’idea e un pensiero che li sovrastano e li «possiedono». Un’idea e un pensiero che assumono, come un moderno demone, le sembianze seduttive della bellezza e della perfezione fisica ma nascondono, in...



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